La deputata renziana pregava per il boss: poi tutti alla Leopolda da Renzi

Vox
Condividi!

VERIFICA LA NOTIZIA
Le comunicazioni tra i boss mafiosi in carcere e il superlatitante Messina Denaro sarebbero avvenute anche attraverso messaggi scritti su carta intestata della Camera dei deputati, quindi non soggetta a controlli.

A fornirla ad Antonello Nicosia, assistente della deputata Giuseppina Occhionero, la stessa deputata. Nicosia è stato arrestato ieri mattina dalla Dda di Palermo con l’accusa, tra le altre, di «associazione mafiosa».

Nicosia e l’onorevole Occhionero (ora renziana e prima di Leu) hanno svolto insieme diverse visite in vari istituti penitenziari della Sicilia. Ispezioni previste tra le prerogative dei parlamentari, come ha ribadito la deputata da poco passata in Italia viva e che dalle attività illecite del suo ex assistente ha subito preso le distanze, negando di esserne a conoscenza e mettendosi a disposizione dei magistrati. Ma dagli scambi tra i due trascritti dagli inquirenti, emergono ombre tutte da chiarire su quanto la deputata fosse o meno consapevole di quel che avveniva vicino a lei.

“Noi preghiamo San Matteo… tutti i Matteo… quelli buoni e quelli cattivi… San Matteo proteggici… Onorevole Occhionero… mai, mai si deve dire che siamo stati contro San Matteo, non si può sapere mai…Per ora c’è San Matteo che comanda e noi siamo, preghiamo San Matteo… grazie San Matteo per quello che ci dai tutti i giorni… grazie…” ribadisce Nicosia in un chiaro riferimento a Matteo Messina Denaro, latitante legato a Cosa Nostra. La funzione di assistente parlamentare – certificata dal tesserino rilasciato dalla Camera – era diventata per Nicosia un lasciapassare per le carceri. Così l’uomo riusciva a parlare con i detenuti, anche nelle sezioni speciali del 41 bis. Come lui stesso spiega alla Occhionero. Nicosia infatti ha eluso i controlli inviando una lettera su carta intestata della Camera dei deputati direttamente a Santo Sacco, “esponente della famiglia mafiosa di Castelvetrano e uomo di fiducia di Messina Denaro”. Alla notizia segue un botta e risposta tra i due: “Bravo!” si congratula lei, mentre Nicosia prosegue nel suo racconto: “Con la firma sotto perché ho firmato tutte e due, gli ho messo Onorevole…e lui questa cosa la porterà in giro come fidanzata”. “Amoooreee” ha terminato la Occhionero con grande compassione per quel boss mafioso per cui oggi dovrà molte spiegazioni.

Occhionero e Nicosia hanno fatto il loro primo accesso congiunto nel carcere di Trapani il 22 dicembre 2018. il giorno dopo, i due commentano in macchina l’incontro con Santo Sacco, consigliere provinciale, ex consigliere comunale di Castelvetrano, sindacalista della Uil e infine definitivamente condannato quale componente della famiglia mafiosa di Castelvetrano, per conto della quale aveva intrattenuto un rapporto epistolare con il latitante Matteo Messina Denaro.

Il 15 gennaio 2019, Occhionero e Nicosia parlano di pregressi incontri con Sacco. Secondo i pubblici ministeri «nel prosieguo del dialogo, inoltre, si comprendeva che Santo Sacco, in carcere, aveva ricevuto dal Nicosia una lettera scritta su carta intestata della Camera dei Deputati… che non è sottoposta a limitazioni e controlli in quanto proveniente da membro del Parlamento». In quella intercettazione, il dialogo tra i due, scrivono i pm, «lasciava intuire che il Nicosia era addirittura riuscito a procurarsi uno strumento sottratto direttamente dalla legge a qualsiasi verifica, per comunicare con gli associati mafiosi detenuti».

Antonello Nicosia, originario di Sciacca, fermato ieri per associazione mafiosa insieme al boss di Sciacca Accursio Dimino, è stato eletto per due anni (2017-2018) come componente del Comitato Nazionale dei Radicali Italiani. Per i pm sarebbe vicino all’ala di Cosa nostra che fa riferimento al boss latitante Matteo Messina Denaro.

Vox

Portaborse del deputato Occhionero, Italia Viva, eccolo alla Leopolda qualche giorno fa:

Ed è sempre lui:

Ong: migranti affogano perché militari italiani non conoscono l’arabo

Dice Nicosia: «A Trapani hai visto… lui è convinto che comanda lui a Trapani perché quello è amico suo il comandante… la carta intestata della Camera, cioè io sono Santo Sacco, pure qua dentro, capito, la carta intestata della Camera». La deputata chiede (a Nicosia ) se gli è piaciuta e Nicosia risponde: «Ma certo, la carta intestata della Camera, gli potevo mandare una cosa così? Mi sono fatto dare un blocchetto di carta intestata Camera dei Deputati». Occhionero: «Bravo!». E Nicosia: «Con la firma sotto perché ho firmato tutte e due, gli ho messo Onorevole… e lui questa cosa la porterà in giro come fidanzata… sezione sezione. Io sono Santo Sacco, io sono Santo Sacco anche in galera! Ed il primo ministro (Matteo Messina Denaro, ndr) è sempre a Castelvetrano … non si scherza (ride)». La deputata Occhionero risponde: «A posto … (ride)».