Tricolore e Inno, i poliziotti italiani circondano il Parlamento: è rivolta – VIDEO

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Senza bandiere di sindacato, ma solo col Tricolore, gli agenti si sono ritrovati in piazza Montecitorio. Centinaia di persone per urlare che le divise sono disposte ad essere “servitori” dello Stato, ma non “servi”.

Fsp Polizia da piazza Montecitorio a Vox: “Basta interventi di facciata, la sicurezza è un bene del paese, i suoi Servitori hanno una dignità. Sostenerli e tutelarli”

“La politica negli ultimi decenni ha dato una pessima prova in tema di sicurezza e, soprattutto, in tema di trattamento degli appartenenti al Comparto sotto tutti i profili. Questo si traduce in un danno per i cittadini e in un oltraggio per chi veste la divisa. Perché la sicurezza è un bene del Paese, e i suoi Servitori hanno una dignità, sostenerli e tutelarli è un dovere, una necessità, un investimento. Gli operatori del Comparto sono stanchi e, per quanto la loro scelta di fedeltà non può venir meno, rischiano di vacillare sotto al peso della frustrazione, del malcontento, della rabbia, della stanchezza. Da piazza Montecitorio abbiamo lanciato il nostro ennesimo allarme, nell’interesse di tutti, ed è ora che lo si raccolga seriamente, perché di interventi di facciata e finti gesti di solidarietà o di ricerca di dialogo non se ne può davvero più. I nostri morti e i nostri feriti reclamano rispetto e serietà”.

Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, presente alla manifestazione “Servitori ma non servi” in piazza Montecitorio oggi, alla vigilia dell’incontro a palazzo Chigi convocato per domani.

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“Se ancora dobbiamo lottare persino per i nostri indumenti di servizio – incalza Mazzetti -, se ancora dopo anni di prese in giro attendiamo un banale taser, se non abbiamo protocolli operativi che ci dicano cosa fare quando e perché, se le leggi e il sistema giudiziario sono un colabrodo tale che i criminali tornano a delinque mentre ancora scriviamo documenti degli arresti, se aggredirci e calpestare le nostre divise è normale, se chi decide delle nostre sorti ci ignora o finge di ascoltarci a cose fatte, di quale rispetto parliamo? Questo Paese vanta una delle migliori polizie del mondo, ma non la merita”.

Il sit-in di fronte alla Camera si basa su due eventi scatenanti. Il primo, l’omicidio in questura di Trieste di Pier Luigi Rotta e Matteo Demenego. Alla classica goccia che ha fatto traboccare il vaso ha poi fatto da contraltare l’ennesima legge di bilancio in cui entra di tutto, dalle sugar tax alle pene per gli evasori, ma non trovano spazio risorse sufficienti per le forze dell’ordine. “I finanziamenti per la sicurezza sono sempre più emergenziali – sottolinea Cecchini – rendendo i nostri equipaggiamenti obsoleti, inidonei o comunque precari”. Domani a Palazzo Chigi, “Giuseppi” Conte incontrerà i delegati della polizia, dopo “l’oltraggio” di non averli convocati (come previsto dalla legge) prima di approvare il Def.

“Siamo servitori del nostro popolo cui dobbiamo garantire sicurezza”, dice al Giornale.it Andrea Cecchini, celerino, segretario di Italia Celere e promotore della manifestazione di piazza. Le parole d’ordine sono “dignità”, “tutele sanitarie e legali”, “regole di ingaggio chiare”. Ma soprattutto la “fine di un clima di demonizzazione nei confronti degli uomini in divisa”.

I promotori hanno invitato la politica a scendere al fianco della polizia. L’invito è stato recapitato a tutti i gruppi parlamentari “affinché i loro rappresentanti vengano ad ascoltare le nostre proposte”. A rispondere Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. In piazza passerà anche Giorgia Meloni. L’onorevole Silvestroni (Fdi), in conferenza stampa, ha chiesto che lo “Stato sia più vicino” alla polizia, ricordando come “al governo c’è la Boldrini, Renzi e quel Pd che hanno inserito e voluto il reato di tortura che penalizza l’attività delle forze dell’ordine”. Per Gasparri (Fi), invece, in Italia ci si indigna a sproposito per le bende sul viso del giovane americano coinvolto nell’omicidio del brigadiere Cerciello e poi ci si straccia le vesti per i due poliziotti uccisi a Trieste. Un cortocircuito che porta alla “delegittimazione” delle divise, secondo Davide Galantino (FdI), che nasce per colpa di quei “politici che si schierano con i criminali”.




4 pensieri su “Tricolore e Inno, i poliziotti italiani circondano il Parlamento: è rivolta – VIDEO”

  1. Non so’ voi, ma io sono orgoglioso di queste persone che in silenzio, con abnegazione e altissimo senso del dovere continuano a servire l’Italia. come evidenziato, sono servitori non servi e questa distinzione tocca che inizi a diventare molto chiara a chi di dovere. Poi, vogliamo parlare delle rivendicazione? Tutela a regole d’ingaggio. non hanno chiesto il doppio dello stipendio, non hanno chiesto cose fuori di senno ma semplicemente tutela per la loro categoria, che deve farsi carico in prima persone di spese legali… inaudito. Poi regole d’ingaggio.. oggi come oggi devono essere cambiate in quanto sono cambiati radicalmente i rapporti di forza e la sfrontatezza dei “malviventi”. Sappiano che non sono soli e gli Italiani per bene li stimano e li appoggiano.

  2. Io personalmente sono un difensore delle Forze Dell’ordine e sarò sempre con loro senza ombra di dubbio, detto ciò essendo persona onesta e pulita non ho nessun timore delle Forze Dell’Ordine chi realmente debbono aver paura sono i corrotti e venduti di questa Nazione compreso chi delinque e magari loro non ci passano nulla ma i Poliziotti muoiono x lo Stato che se ne F. e sono arci sicuro che la maggioranza degli Italiani Onesti sono con le Forze Dell’Ordine sempre!

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