Ieri rivolta degli immigrati in un centro accoglienza straordinaria per richiedenti asilo a Milano. I rivoltosi hanno messo sotto assedio una volante della polizia.
La vicenda è quella che ha visto un attacco ai vigili del fuoco:
Centro accoglienza in fiamme, immigrati prendono a sassate pompieri
Quando gli immigrati hanno iniziato a prendere a sassate il camion dei vigili del fuoco, dhe agenti di una volante lo hanno arrestato. A quel punto si è scatenata la rivolta.
Una cinquantina sessantina di africani ha accerchiato gli agenti per liberare l’arrestato. L’aggressione è terminata solo dopo l’intervento di altre volanti e dei carabinieri e 7 immigrati (3 gambiani, 2 senegalesi, un maliano e un immigrato della Costa d’Avorio) sono stati arrestati per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato.
Dal Sap arriva una dura condanna dell’aggressione ai due poliziotti che hanno entrambi un braccio rotto: “Se non si interviene a livello normativo prevedendo ed applicando una pena severa alla condotta criminosa, chiunque in questo Paese potrà speronare una volante, distruggerla, accerchiare uomini in divisa, mandarli in ospedale o peggio, ucciderli. A questo gioco al massacro non ci stiamo”, dichiara Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap). “Questo è il 94° episodio di violenza che contiamo. Come Sap – prosegue Paoloni – abbiamo iniziato la conta a partire dal mese di giugno. 94 episodi e 183 agenti feriti. In 70 casi su 94, l’aggressore è un cittadino straniero che tenta di eludere un controllo o è sotto effetto di stupefacenti.È la conta dei nostri feriti che non interessa a nessuno ma interessa a noi e alle nostre famiglie. Anche un poliziotto ha il sacrosanto diritto di tornare a casa sano e salvo e a chi dice che questo è il nostro lavoro, rispondiamo che l’aver scelto un lavoro rischioso non legittima la violenza gratuita nei nostri confronti”.
Queste sono truppe di invasione. Cosa ci fanno, ancora, senegalesi, ivoriani, maliani e gambiani in centri di accoglienza a spese nostre? Via dai coglioni. E bendati.
DOMANDA: perché i poliziotti non sparano?
Questa polizia non assomiglia nemmeno lontanamente agli squadroni citati qua l’altro giorno da un amabile giovanotto. Sono invece le estensioni di una politica debosciata fatta di e per finocchi.
La figura devastata di un paese che non può ribellarsi, a chi sa di godere di immunità diplomatica a prescindere dall’etnia e posizione sociale. Mi risulta che tutti quelli uccisi dalle forze dell’ordine negli ultimi 15 anni erano italiani e sono una sfilza lunghissima. Sono state scritte al proposito lunghe pagine nel web. Il poliziotto ha il libero arbitrio nell’utilizzo delle armi in dotazione, che almeno a scopo intimidatorio, in questi casi, dovrebbero essere utilizzate. Ripeto, l’impressione che il paese da di se è globalmente quella fatta dai singoli conigli da cui sento di dovermi dissociare.
Il poliziotto ha famiglia, spesso due perche’ magari e’ separato, ha il mutuo, responsabilita’, magari e’ anche buono e se donna anche incapace di causare dolore. Ni, no, a contenere wuesti energumeni ci vuole gente che massacra per diletto, gente a cui date in rimborso spese forfettario ed un encomio per aver mitragliato ad alzo zero questa teppa nera in una operazione di attacco pianificata da fascistoni risoluti e armati. Si deve creare un tale clima di terrore che chi non e’ bianco scappa a prescindere da religione o etnia.