L’ennesima brutale aggressione contro poliziotti da parte di immigrati fa scattare la rivolta degli agenti.
Il Sap condanna l’aggressione ai due poliziotti che hanno entrambi un braccio rotto. “Se non si interviene a livello normativo prevedendo ed applicando una pena severa alla condotta criminosa, chiunque in questo Paese potrà speronare una volante, distruggerla, accerchiare uomini in divisa, mandarli in ospedale o peggio, ucciderli. A questo gioco al massacro non ci stiamo”, dichiara Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap). “Questo è il 94° episodio di violenza che contiamo. Come Sap – prosegue Paoloni – abbiamo iniziato la conta a partire dal mese di giugno. 94 episodi e 183 agenti feriti. In 70 casi su 94, l’aggressore è un cittadino straniero che tenta di eludere un controllo o è sotto effetto di stupefacenti.È la conta dei nostri feriti che non interessa a nessuno ma interessa a noi e alle nostre famiglie. Anche un poliziotto ha il sacrosanto diritto di tornare a casa sano e salvo e a chi dice che questo è il nostro lavoro, rispondiamo che l’aver scelto un lavoro rischioso non legittima la violenza gratuita nei nostri confronti”.
E’ incredibile. Parliamo di oltre l’80 per cento dei casi, rispetto ad una popolazione tra l’8 e il 9 per cento. Incredibile.
Ma condannare non serve a nulla. All’immigrato che ti spezza un braccio si spara. Le nostre forze dell’ordine devono avere licenza di uccidere chi le aggredisce: come accade negli Usa.
E leggete di cosa si preoccupa la questura:
“Nessuno dei migranti coinvolti nella protesta ha riportato alcuna lesione”, hanno sottolineato dall’ufficio prevenzione generale della questura di Milano.
Roba da matti. Si preoccupano degli aggressori. Un aggressore che non riporta alcuna lesione, è un fallimento, non qualcosa di cui gloriarsi, questore.
Solo tre giorni fa, un nigeriano irregolare in Italia, probabilmente dopo la scadenza del famigerato ‘permesso umanitario’ inventato dal PD, è stato arrestato dagli agenti della Questura di Milano con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato.
Quando si è trovato i poliziotti davanti, il 32enne che stava sfasciando auto armato di spranga, non ha minimamente cambiato atteggiamento. Anzi, dopo aver cercato di colpirli, ha iniziato a urlare: “Italiani di merda, mi fate schifo, vi ammazzo tutti”.
L’Italia è sotto assedio. Le gang di immigrati si stanno prendendo le città.
A Reggio Emilia, la morte di un richiedente asilo ubriaco investito da un treno ha scatenato la guerriglia africana alla stazione.
Durante l’assalto alla stazione, una decine di africani ha pestato a sangue un italiano:
La guerriglia è scoppiata alle 18.30 in piazzale Marconi, quando decine di immigrati – tutti del Gambia – hanno iniziato a vandalizzare la stazione.
Quando sul piazzale sono arrivatele prime pattuglie della questura, ben presto raggiunte da polizia municipale e carabinieri, la protesta si era già trasformata in guerriglia.
I rinforzi sono aumentati ma i rivoltosi si sono sparpagliati e hanno iniziato a muoversi lungo i sottopassaggi, sciamando come un branco furioso sui binari e nel piazzale antistante la stazione come una mandria impazzita.
Alla fine, com’era prevedibile, la situazione è precipitata: nel sottopasso all’uscita di piazzale Europa un passante, un uomo che stava filmando con il cellulare, è stato aggredito e colpito a calci e pugni da otto stranieri, finendo a terra.
Salvato dalle forze dell’ordine, è stato trasportato al pronto soccorso. Più tardi il treno locale, che arrivava da Guastalla alle 20.25, ha fischiato per far allontanare gli africani dal marciapiede. «Quelli hanno iniziato una sassaiola contro il convoglio, con i viaggiatori chiusi dentro. Una follia», ha raccontato un passeggero.
La polizia ha allora circondato i manifestanti diventati oltre una cinquantina, mentre il dirigente della Digos Luigi di Chicco, invece di ordinare una carica e una bella selva di manganellate, ha intavolato una trattativa con i volenti. Trattativa che si è protratta fino alle 21.30, tenendo in scacco la stazione ferroviaria per tre ore.
Abbiamo un dirigente della Digos che invece di arrestare chi pesta un povero passante, intavola improbabili trattative con decine di richiedenti asilo.
Nelle stesse ore, a Torino, un gruppo di spacciatori africani ha circondato degli agenti che stavano arrestando uno di loro:
Nordafricani circondano poliziotti per impedire arresto: agenti aggrediti e feriti
A Milano, invece, la zona della stazione si è trasformata nell’ennesimo attacco alle forze dell’ordine da parte di africani:
Milano, branco immigrati attacca militari: 3 carabinieri in ospedale
E’ sempre più evidente: stanno nascendo nelle nostre città delle no-go-zone. Interi quartieri dove gli immigrati la fanno da padrone.
E si stanno armando. “Bande di immigrati si stanno appropriando di intere aree del territorio italiano e si stanno preparando alla guerriglia etnica in stile africano”
Secondo la stampa inglese il territorio italiano sarebbe ora a forte rischio di “tribalizzazione territoriale”, ovvero le bande di migranti potrebbero appropriarsi di aree e difenderle come usano fare nelle zone del centro Africa già attraversate da guerre civili e atavici conflitti tribali.
Il rischio secondo gli inglesi è che, messi alle strette (o progettando una supremazia sugli italiani) potrebbero anche armare i centri d’accoglienza, e coloro che vivono nei palazzi occupati, per fronteggiare le forze dell’ordine in eventuali focolai di guerriglia urbana: l’esempio dello sgombero nei pressi di Roma-Termini avrebbe potuto avere di queste conseguenze.
Il caso italiano sarebbe stato oggetto di studio e preoccupazione, al punto che Scotland Yard avrebbe consigliato maggiore controllo sui voli in entrata dall’Italia, e perquisizioni accurate sui vettori su rotaia e gomma che attraversano il canale. Dal canto loro i francesi hanno già in due occasioni fronteggiato gruppi paramilitari nelle banlieue parigine, ricorrendo all’esercito in supporto alla Gendarmerie.
Ma la politica italiana prima di Salvini era quella di non allarmare la popolazione circa il rischio d’assalti da parte di gruppi “paramilitari extracomunitari”. Anche se bande sudamericane avrebbero già il controllo d’una decina di edifici a Milano e d’una zona non ben definita a Genova. Va rammentato che lungo l’Adriatico sarebbero già state segnalate bande di africani. Qualche funzionario di polizia ventila che ordini superiori avrebbero minimizzato il fenomeno, etichettandolo come ininfluente sotto il profilo dell’ordine pubblico. Questo prima di Salvini.
Il Pd, dal 2013, di nigeriani, che sono la componente più feroce dell’immigrazione che sta occupando il territorio, ne ha scaricati in Italia quasi 100mila, quasi tutti arrivati sui barconi: è come se avessimo traghettato un esercito ostile in Italia.
Fino al 2013, anno in cui il Pd ha preso in mano il governo da solo, con un golpe di palazzo, i nigeriani non erano nemmeno tra le prime dieci nazionalità di ingresso. Poi il boom. In un crescendo che ne ha portati nel 2017 quasi 30 mila in un solo anno. Come se volessero accelerare questo trasferimento in vista dell’arrivo di un nuovo governo.
Ma nessuna procura si è mai sognata di indagare su questo.
Se fosse un processo, l’accusa evidenzierebbe il fatto che per favorirne la permanenza in Italia, dopo averli traghettati, la stessa parte politica aveva inventato una nuova figura di asilo, la ‘protezione umanitaria’, fatta su misura per i nigeriani: che non fuggendo da alcuna guerra, non avrebbero potuto essere accolti.
Accuserebbe poi il Pd di averlo fatto per rifornire le Coop del partito di clienti a spese dei contribuenti. Un accusa particolarmente brillante, potrebbe poi sostenere che lo strano aumento di nigeriani sui barconi, coinciso con l’inizio dell’operazione Mare Nostrum fortemente voluta dal Pd, non sia stata casuale: possibile che il Pd abbia svenduto la sicurezza dei cittadini ‘solo’ per arricchire le coop? O c’era dietro dell’altro?
Detto più chiaramente: qui abbiamo un’organizzazione criminale che vuole trasferire in Italia migliaia di propri soldati, dall’altra parte abbiamo un governo che organizza una sorta di servizio taxi dalla Libia all’Italia, a cui poi si unisce quello privato delle Ong, tutte dai finanziamenti opachi: qui prodest?
Fatto sta che, alla fine, l’esercito della mafia nigeriana è stato trasferito in Italia. Ragazzine sono state uccise. La droga circola a prezzi sempre più stracciati con una distribuzione capillare.
Qui abbiamo il movente. L’arma. E la vittima. Di tutto questo dobbiamo ringraziare il Pd.
Ma pare che nessun magistrato se ne interessi. Vogliono processare Salvini. Colui che, questo flusso di soldati della mafia nigeriana, l’ha bloccato:
Ovviamente, il PD non ha avuto e non ha alcun rapporto con la mafia nigeriana. Quindi una bella commissione di inchiesta servirebbe a mettere a tacere chi dice che gli 80 mila nigeriani sbarcati in questi anni siano un do ut des con Benin City.
Ripetiamo: urgono rastrellamenti e deportazioni di massa di clandestini e delinquenti.
Il questore di Milano si preoccupa dei fascisti. Bravo. Uno sveglio.
Bell’articolo, bravi! Su Genova posso esservi utile, ormai è in mani nemiche, la popolazione italiana è anziana e stanca, diciamo che siamo rimasti il 45% sulla totalità. Il comunismo che da cinquantanni affligge la regione ha peggiorato notevolmente le cose.
Gli aiuti della chiesa/stato nei loro confronti sono di tutti i tipi possibili, compreso l’agevolazione dei lasciti di anziani nei confronti della servitú e badanti, inseriti dai primi in modo strategico nell’esiguo nucleo famigliare, cosicché appartamenti in zone di pregio come Albaro ed il centro sono ormai di proprietà di stranieri. I negozi, anche nel centro storico, sono falliti e vuoti. Vengono occasionalmente affittati da stranieri in tal maniera avremo la boutique che cerca di resistere con il fruttivendolo magrebino accanto che gli conferisce un pessimo alone di miseria, in tal modo l’italiano chiude definitivamente. Di notte orde di stranieri orinano e defecano ovunque, noi siamo chiusi in casa ma il giorno vediamo (e sentiamo) anche sul bus cosa accade nelle ore in cui calano le tenebre. In via Buranello a Sampierdarena, zona calda, un gruppo di sudamericani ha accerchiato 2 pattuglie della polizia. Insomma carta carbone…