La Chiesa sta con Bergoglio sul tema degli immigrati? Non il vescovo emerito di Patti, monsignor Ignazio Zambito. Che tempo fa, in un’intervista, ha attaccato il business dell’accoglienza e si è schierato con Salvini.

“Ai radical chic dico che non ha alcun senso paragonare quelli che arrivano qui ai nostri emigrati che andavano all’estero”.
“I nostri – ha sottolineato – partivano verso terre che avevano capacità di assorbimento di manodopera, cioè lavoro da offrire, erano educati, rispettavano leggi, costumi e tradizioni dei Paesi dove andavano”.
“Chi paga il viaggio a tanti migranti che non sembrano emaciati o gracili, come chi soffre la fame. Ho il sospetto che dietro i flussi migratori esista un piano per favorire l’islamizzazione del nostro continente…”.
“Il Vangelo dice che quando digiuni non devi fare pubblicità, ma rimanere nel silenzio e il Padre ti ricompensa, non bisogna suonare la tromba e di trombe ne hanno suonate tante”.
Poi l’affondo contro le Ong: “La sacra Scrittura dice in un passo che dove ci stanno le carcasse, volano gli avvoltoi. Io ovviamente non paragono nessuno agli avvoltoi. Certo è che dove girano soldi, arrivano tutti. Qui non pongo in discussione l’onestà di nessuno”.
“I poveri italiani – ha concluso il monsignore – spesso trattati peggio dei migranti, evidentemente non rendono denaro”.
E nemmeno l’arcivescovo di Montebelluna, monsignor Alberto Bottari de Castello, che in occasione della celebrazione dei Veneti nel mondo, davanti a 2 mila Trevisani in Pian del Cansiglio (Treviso), manifestazione a cui avevano partecipato anche esponenti politici come il governatore Luca Zaia e l’assessore Manuela Lanzarin, aveva concordato con il premier dell’Ungheria Viktor Orbán, noto sostenitore di una linea dura sugli immigrati e contrario all’accoglienza. Contrario è dire un eufemismo.
«Le sue idee sono in gran parte condivisibili, alcune poco. Ma va capito. L’Ungheria è uno dei paesi più cristiani d’Europa. Loro hanno paura dei turchi, che per due secoli li hanno invasi. Ed è impossibile liberarli da quella preoccupazione», aveva dichiarato riferendosi a Viktor Orban, che tra i leader europei è forse quello che si è dimostrato più deciso in relazione all’introduzione di politiche restrittive sull’immigrazione, dopo Salvini.
“I vescovi dell’Africa – aveva scandito monsignor Bottari – ci chiedono di aiutare questi giovani a non scappare. È importante farli studiare e lavorare”. In realtà scappano dalla noia, ma è già un passo avanti nel ragionamento. Poi la ‘bomba’: “Aiutiamoli piuttosto a casa loro”.
Dio è con noi. Non con Bergoglio e i suoi.
Saluto al Don.
La parte migliore è quella dove non paragona nessuno agli avvoltoi. Ne deduco che i negri sono carcasse. Lo apprezzo molto.