Salvini a Prato per fermare la conquista cinese del Comune

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Se vince il PD:

Prato cinese, se vince il PD ecco i 2 prossimi consiglieri – FOTO

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Se al prossimo ballottaggio a Prato vincerà Biffoni, il candidato sindaco Pd,
due candidati cinesi presenti della lista Biffoni, Wong e Lin, entreranno in Consiglio comunale. La cinesizzazione di Prato sarebbe così quasi completa.

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I due candidati hanno fatto campagna elettorale visitando una cinquantina di aziende fra cui tintorie, stamperie e pronto moda. Tutte quelle attività che stanno devastando il tessuto produttivo toscano e italiano.

Ovviamente, questo sarebbe solo l’inizio, perché non torniamo allo ius sanguinis e non abroghiamo i ricongiungimenti familiari, presto molte città italiane avranno sindaci cinesi, africani e musulmani.

Chi vota Pd, vota per la propria sostituzione. Non è una mera battaglia politica, è una guerra per la nostra sopravvivenza. E il Pd non è un avversario, è un nemico.

Intanto, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, questa mattina è stata in visita a Prato per sostenere la candidatura a sindaco di Daniele Spada. L’appuntamento è stato alla rifinizione “Ellevu” in via Genova. Ad accogliere Meloni tante persone, il candidato sindaco Spada, i candidati consiglieri della lista di FdI e poi i deputati Giovanni Donzelli e Riccardo Zucconi e l’esponente nazionale del partito Cosimo Zecchi.

“Siamo qui per dare il nostro contributo per vincere in una città che ha bisogno di legalità e di sviluppo – afferma l’onorevole Meloni – Abbiamo una serie di proposte che riguardano gli incentivi alle aziende, alla grande eccellenza pratese che è il riciclo del tessile. Crediamo sia una cosa sulla quale si possono portare dei fondi europei. Altri temi forti sono lotta all’illegalità e alla concorrenza sleale. Come Fratelli d’Italia – aggiunge la leader del partito – abbiano ripresentato alla Camera, due giorni fa, una proposta di legge per impedire che gli extracomunitari che aprono in Italia continuino a proliferare grazie al fatto che non pagano tasse allo Stato italiano. Chiediamo che gli extracomunitari che vogliono aprire un’attività in Italia versino un deposito cauzionale di 30mila euro che verrà poi scalato dalla tasse. Altrimenti, come sappiamo, aprono e chiudono prima che lo Stato inizi a fare i controlli e questa è la ragione perché loro continuano a proliferare mentre gli italiani chiudono. Non vogliamo concorrenza sleale ma che tutti paghino le tasse”.