Soros finanzia i ricorsi degli immigrati contro il decreto Salvini

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Dopo la sentenza del Tribunale, arriva l’atto ufficiale. Il Comune di Bologna ha formalmente iscritto una richiedente asilo nel registro dell’anagrafe nonostante il divieto imposto dal decreto Salvini votato dai rappresentanti in Parlamento dell’80 per cento degli elettori.

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La democrazia secondo la sinistra: la bizzarra sentenza di una toga rossa vale più della volontà di 40 milioni di italiani.

Dopo le sentenze delle toghe rosse di Firenze e Bologna, in tanti sperano di aggirare il decreto Salvini.

E gli affaristi alzano la cresta:

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In questi giorni, l’avvocato Francesco Mason sta ultimando la stesura dei primi ricorsi-pilota per chiedere al tribunale civile di Venezia di ribaltare il «no» dei Comuni all’iscrizione all’anagrafe di tre richiedenti asilo.

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«La speranza è che i giudici ribadiscano i pronunciamenti di Bologna e Firenze, che hanno dato ragione ai migranti», spiega Mason, che fa parte del direttivo regionale della famigerata Asgi, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, che come saprete è finanziata da Soroa. «Probabilmente chiederemo una procedura d’urgenza, il che significa che entro un paio di mesi potremmo avere le prime sentenze di un tribunale veneto».

Non è un caso abbiano scelto Venezia. Loro scelgono sempre tribunali dove sanno di trovare toghe a loro ideologicamente vicine. E lo fanno in base a precedenti sentenze.

«Solo nella nostra regione, sono centinaia i migranti in attesa di una risposta dai Comuni in cui vivono», spiega l’avvocato. Lo sa bene anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini che, con il pacchetto sicurezza, aveva introdotto il divieto di iscrizione all’anagrafe a chi non ha terminato l’iter per il riconoscimento dello status di rifugiato. «Sentenza vergognosa – ha tuonato il vicepremier – se qualche giudice vuole fare politica e cambiare le leggi per aiutare gli immigrati, lasci il tribunale e si candidi con la Sinistra».

Fonti del Viminale tengono a precisare, infatti, che solo un pronunciamento della Corte Costituzionale potrebbe annullare una norma voluta e votata dal Parlamento.

La sinistra vuole governare attraverso le toghe rosse. E’ un piano eversivo che è nostro diritto e nostro dovere bloccare: la sovranità appartiene al popolo.