La marcia del generale Haftar verso Tripoli è al momento a livello di scaramuccia, non certo una guerra, ma potrebbe trasformarsi in un disastro per l’Italia. Sia sul piano economico – ENI, che ha già evacuato per precauzione il personale – sia per i barconi. In quella che sembra tanto una guerra asimmetrica di Macron all’Italia attraverso Haftar: eliminare il controllo italiano sul petrolio libico e riaprire gli sbarchi proprio in vista dell’estate.

«Se lo scontro si trasforma in guerra salta l’argine alle partenze dei gommoni verso l’Italia – è l’allarme lanciato da Tripoli – La Guardia costiera si volatilizza con equipaggi e ufficiali che non vengono più al lavoro. E si rischia un’ondata estiva di 100mila migranti spediti dai trafficanti verso l’Italia o anche di più».
Se l’Italia davvero punta sull’attuale governo libico, allora è il caso che lo sostenga militarmente.
Ma, ancora più importante, è forse il momento di approntare un blocco navale della Marina, visto che quello italo-libico con nostre motovedette e personale locale potrebbe saltare.
E forse è il caso di rispolverare questo piano:
L’allarme dell’Ammiraglio: «Scafisti preparano invasione di immigrati»
