Prof di sinistra sputa contro i poliziotti: oggi era a scuola

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«Nessuno può permettersi di insultare le nostre donne e uomini in divisa, solidarietà e stima per le nostre forze dell’ordine», attacca il ministro dell’Interno Matteo Salvini dopo la denuncia di due estremiste di sinistra che venerdì scorso a Padova hanno sputato e tirato pugni contro dei poliziotti durante una manifestazione dei centri sociali.

Una delle due donne, afferma Salvini, «già nota alle forze dell’ordine e attiva nei centri sociali di Padova, è anche insegnante di matematica in una scuola di Abano Terme. Sono sbalordito: una persona del genere può fare l’educatrice? Cosa dirà in classe?». Secondo il ministro «pochi giorni fa» la donna «era stata pizzicata mentre imbrattava con dello spray alcuni muri del centro cittadino» e la «scuola ha avviato un’indagine interna».

La prof, venerdì sera ha sputato contro i poliziotti, ieri mattina era come sempre dietro la cattedra dell’istituto superiore Alberti di Abano.

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La professoressa di matematica Maria Giachi, trentenne veronese, già nota alla questura padovana e quindi non si comprende come possa insegnare, è ora indagata per resistenza a pubblico ufficiale.

L’Ufficio scolastico provinciale ha fatto immediatamente scattare un’indagine interna e ieri la preside dell’Alberti ha voluto incontrarla faccia a faccia. Un po’ poco: noi siamo per la totale libertà di espressione: che però non comprende sputare in faccia ai poliziotti, perché si è certi che non potranno reagire.

Dall’assessore regionale all’Istruzione, la leghista Elena Donazzan, ferma condanna: “Attendo l’esito dell’indagine interna. Se quel tipo di comportamento sarà confermato, credo che la docente vada allontanata dall’ambiente scolastico. Certi atteggiamenti sono incompatibili con il ruolo di insegnante”.

Maria Giachi, aderente al bizzarro movimento di estrema sinistra “Non una di meno”, partecipa alle iniziative della Marzolo Occupata, ex centro sociale Gramigna. Venerdì è scesa in piazza accanto agli attivisti del centro sociale Pedro per impedire – la democrazia! – il corteo di Forza Nuova.

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Maria Giachi era già stata indagata dopo un blitz messo a segno dagli agenti per liberare dall’occupazione dei teppisti rossi uno stabile Ater nel quartiere Palestro. Era stata accusata assieme ad altre dieci persone di associazione a delinquere oltre che di occupazione abusiva, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. A febbraio 2016 era finita agli arresti domiciliari, tornando in libertà dopo poche settimane. E questa insegna in una scuola pubblica.

«È tutto risolto» assicura la giovane professoressa, anche se dall’istituto filtra molta irritazione per ciò che è successo.
«Continuerò a fare del mio meglio a scuola. Chi parla di cattivo esempio dovrebbe vedere le lezioni» mormora lei prima di chiudersi nel silenzio. «Non voglio dire niente altro, non è questo il momento di parlare. Darò la mia versione in altre sedi» dice la ragazza, preferendo non scaldare ulteriormente la situazione. Se lei sceglie il basso profilo, ci pensano i “compagni di battaglia” a prendere le sue difese. «È scesa in strada ribadendo che per i fascisti in questa città non ci può essere spazio. Punto e basta» è il commento più diffuso nell’ambiente dei centri sociali.

📌Questa è Maria Giachi mentre viene fermata dalla polizia dopo gli scontri provocati dai #centrisociali Venerdì a…

Posted by Villanova Alberto on Monday, April 1, 2019

Ma Elena Donazzan non ci sta: «Le verifiche di ciò che è successo sono in corso – evidenzia -. Spettano alle istituzioni scolastiche, non certo alla Regione. Se le accuse saranno confermate, la mia opinione è che dovrebbe essere allontanata da scuola. Quel comportamento è diseducativo, senza rispetto per il ruolo che interpreta. Rischia di ledere l’immagina dell’istituto dove lavora. Ho sempre difeso la libertà di espressione e di pensiero ma c’è un limite che non va superato: quello del rispetto. In questo caso, visto il suo ruolo, c’è stata una mancanza di rispetto per due istituzioni: la scuola e le forze dell’ordine».

E’ lei:




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