I profughi arrestati per lo stupro e la morte di Desirée Mariottini avevano assicurato alle 16enne che il mix di sostanze da lei ingerito “non fosse altro che metadone”.
Lo dice l’ordinanza con cui il gip ha disposto il carcere per i tre africani (per il quarto, arrestato dopo, si attendono decisioni).
La ragazzina, in crisi di astinenza, è stata indotta dagli arrestati ad assumere la miscela, “rivelatasi mortale” perché composta da psicotropi.
E’ chiaro cosa volessero fare. Quello che non è chiaro è perché non li si appenda al palo più alto. Tutto questo spreco di tempo e risorse per giudicare chi è già chiaramente colpevole è insensato.