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Le buste sono state aperte alle 9,30 negli uffici dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, che insieme a Regione Lombardia ha indetto la gara. E la Lega accusa l’incaricato di non avere vigilato e si dice pronta a bloccare tutto.
La Regione, che controlla l’azienda ospedaliera, nel 2015 ha approvato una legge ribattezzata “anti moschee”. L’obiettivo è semplice: mettere paletti sull’apertura di nuovi luoghi di culto. Legge che gli islamici, con i soldi di chi sappiamo, hanno aggirato comprandosi la chiesa, che luogo di culto lo è già.
Ma la chiesa ha ovviamente vincoli storici e architettonici, e la Lega ha già intimato ai musulmani di non toccare i simboli cristiani.
“Troveremo loro un posto nuovo – dice l’assessore filoislamico del Comune di Bergamo, Giacomo Angeloni, parlando degli ortodossi -. Stiamo valutando tre ipotesi, tutte in città”.
Ma Padre Gheorghe Velescu, guida della comunità ortodossa, non ci sta: “Resisteremo fino all’ultimo e non ce ne andremo tanto facilmente – le sue parole -. Chiederemo ai nostri legali di verificare che tutto si sia svolto correttamente e contiamo nell’aiuto della Diocesi che si è detta molto dispiaciuta e preoccupata per la nostra situazione”.
Non conterei molto sulla Diocesi.
Il contratto della comunità scade il 30 giugno, con possibilità di rescissione anticipata; un’eventualità che padre Gheorghe non sembra nemmeno voler prendere in considerazione. Nel frattempo, il presidente dell’Associazione Musulmani di Bergamo, Idir Ouchickh, ha annunciato per i prossimi giorni una conferenza stampa sulla vicenda.
Vanno fermati. Con ogni mezzo. Questa è islamizzazione: già vogliono trasformare le nostre chiese in moschee.