Coop contro decreto: “Risparmi sulla pelle dei migranti”

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IL decreto legge sull’immigrazione approvato dal Consiglio dei Ministri ridimensiona il famigerato programma Sprar, destinato all’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo, riservandolo solo a chi ha già ricevuto la protezione internazionale e ai (presunti) minori non accompagnati. Oggi, invece, gozzovigliano nello SPRAR decine di migliaia di africani in fuga dalla guerra in Siria.

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Sistemi di accoglienza diffusa (colonizzazione), i progetti Sprar (circa 877 a luglio 2018) sono realizzati in collaborazione con 653 comuni, 19 Province, 28 Unioni di Comuni e 54 altri enti per un totale di 1200 comuni coinvolti: parliamo di 35.881 posti. Una parte dei 170mila che ormai da anni vivono a spese degli italiani tra centri di accoglienza e hotel.

Il decreto purtroppo non è retroattivo: chi è attualmente negli Sprar potrà rimanere fino alla fine del progetto. Da oggi, però, potrà accedere solo chi ha visto la sua domanda di protezione internazionale approvata. Tutti gli altri, ovvero i richiedenti asilo (quindi nel 93% dei casi clandestini) che rappresentano circa la metà dei beneficiari dei progetti Sprar, verranno invece respinti.

Si comprende così la dura è la reazione di chi il business degli Sprar gestisce, come tal Daniela Di Capua, direttrice del Servizio Centrale dello Sprar: “Il decreto immigrazione abbassa i costi e quindi gli standard dei servizi di accoglienza”, si lamenta al Ilfattoquotidiano.it.

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L’altra voce fortemente critica è quella degli enti locali guidati dal PD. E che tanto avevano puntato su questo progetto maniacale di sostituzione etnica: “Il governo decide di ridimensionare il sistema di accoglienza a favore del sistema emergenziale dei centri di prima accoglienza”, dichiara il delegato dell’Anci per l’immigrazione e sindaco di Prato, Matteo Biffoni.

No. Andranno a casa loro invece di seguire progetti teatrali di ‘integrazione’.

Come già detto, questo decreto non è la soluzione: è l’inizio della soluzione. Perché un vero governo nazionalista, chiudeva tutti i centri il giorno dopo il giuramento e trasferiva direttamente in Africa gli ospiti. Come dice Feltri: “che ci frega a noi degli africani?”.




3 pensieri su “Coop contro decreto: “Risparmi sulla pelle dei migranti””

  1. Feltri si sbaglia nel senso che di quelli che sono in Africa in effetti potremmo disinteressarci, quelli che invece abbiamo qui meritano attenzione perchè vanno sloggiati e mandati altrove.

  2. Tutti gli italiani che si sono suicidati i soldi li dovevano dar a loro….invece solo cartelle esattoriali….senza pieta’!
    E hanno pensato solo agli invasori economici…!

I commenti sono chiusi.