Il PD ha fatto sparire 500 milioni di debiti, ma i magistrati non li cercano

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Secondo la sentenza di primo grado – primo grado, è bene ripeterlo – 49 milioni di rimborsi elettorali sarebbe stati incassati senza motivo da Bossi e Belsito, oltre dieci anni fa segretario e tesoriere dell’allora Lega Nord.

In un Paese normale, una magistratura non politicizzata, mettere i due in galera (a condanna definitiva) fino alla restituzione dei soldi. Invece no. La magistratura rossa vuole usare il presunto ‘furto’ dei due per chiudere il primo partito italiano, ad oggi vicino al 40 per cento: un progetto chiaramente eversivo.

Anche perché il comportamento della magistratura con il partito di riferimento della sua corrente di estrema sinistra, è stato ben diverso. Opposto.

Il PD, ad esempio, ha fatto sparire 500 milioni di debiti: o meglio, il patrimonio con i quali potrebbero essere pagati. Una vera e propria truffa ‘legale’ con la quale ha reso questo enorme debito inesigibile. Ma la magistratura non se ne è mai interessate.

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Per comprendere dobbiamo tornare un po’ indietro nel tempo. A quando i Ds, una delle reincarnazioni del Pci, si sono “sciolti” nel 2007 all’interno del Pd insieme alla Margherita.

Formalmente. Perché dopo la nascita del Pd, le casse di Margherita e Democratici di Sinistra sono rimaste separate. Un matrimonio di interesse.

E i Ds – che esistono ancora come entità giuridica – hanno ereditato i debiti del Pci-Pds – circa 500 milioni di euro – proprietà – oltre 2399 immobili – e personale – decine di persone.

I debiti sono in gran parte con le banche che sono sempre corse in aiuto del Pds-Ds-Pd – chissà come mai – l’ultimo salvagente è stato lanciato nel 2003 da Capitalia guidata da Cesare Geronzi. Non si sa in cambio di cosa, visto che, da allora, i debiti dei Ds non hanno fatto che aumentare.

IL PATRIMONIO IMBOSCATO DEGLI EX COMUNISTI

I Ds sono formalmente una scatola vuota. L’enorme patrimonio immobiliare del partito, è stato tutto trasferito a una cinquantina di fondazioni. Sparpagliato per non essere “rintracciabile” dai creditori e dai compagni di partito nel PD.

I debiti dei DS con gli istituti di credito spiegano anche le marchette dei governi succedutisi dal 2011 alle banche. Non sarebbe strano, scoprire, un giorno, che molte delle sofferenze di MPS sono, in realtà, debiti non politicamente esigibili dai DS-PD.

In pratica gli italiani stanno pagando di tasca loro i debiti del PD con le banche.