
«O si cambia o saremo costretti a muoverci da soli». Furioso con l’Europa, con il no alla possibilità di dichiarare quelli libici porti sicuri, Matteo Salvini ha in mente di rilanciare. Chi era con lui ieri lo ha sentito usare verso Bruxelles termini come buffoni, fanno ridere, critiche durissime anche verso la commissaria italiana Federica Mogherini, definita inutile a trovare soluzioni alla questione migratoria. Non gli basta la soddisfazione per come il premier Conte ha gestito la redistribuzione dei 450 clandestini ‘salvati’ l’altro giorno: 320 che finiranno in 7 Paesi Ue.
L’idea è non attendere la dichiarazione da parte della Ue della Libia come ‘porto sicuro’ e fare da soli.
Un’intesa bilaterale per riportare indietro i clandestini. Di fato: un blocco navale.
Del resto che differenza c’è tra aiutare i libici a bloccare i barconi con mezzi donati dall’Italia o farlo direttamente noi, riportando poi in Libia i clandestini? Nessuno, solo l’ipocrisia di una Ue che non vuole fermare il traffico ‘umanitario’ per loschi interessi e il progetto di sostituzione etnica.
E’ chiaro a tutti: dopo un paio di respingimenti di questo tipo, nessun clandestino si rimetterebbe in viaggio pagando migliaia di euro. E per quello che vale, non morirebbe nemmeno più nessuno di loro.
E non avverrà di certo finché li redistribuisci in tutta Europa.
Questo Salvini lo sa. E per questo è pronto a fare da solo. Con l’appoggio del popolo italiano.
E a quanto risulta a Vox i colloqui bilaterali sono molto avanzati. Il governo di Tripoli è sostanzialmente pronto ad accettare, ma chiede più aiuti. Rimane il problema ‘legale’ e l’ostacolo di quella parte di governo che ha ancora rigurgiti buonisti.