Il primo atto del governo populista porta il nome e il cognome di Sergio Bramini. Sergio Bramini, l’imprenditore fallito per colpa dello Stato, che durante i governi PD aveva accumulato debiti nei suoi confronti per oltre 4 milioni di euro, diventa consulente del governo.
Solo dieci giorni fa è stato sfrattato dalla sua abitazione con moglie e figli (e nipotina) nonostante i sit-in di protesta a cui avevani preso parte oltre 300 persone oltre a Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Ora, come indicato da entrambi i leader, l’imprenditore dovrà collaborare a scrivere una Legge Bramini sulle procedure fallimentari.
Bramini conferma: “Ho già scritto i punti della mia proposta: bisogna ritoccare profondamente la Legge fallimentare: la prima casa non va toccata, specie per chi vanta crediti con lo Stato. E va rivisto l’articolo 560 del Codice di Procedura Civile, che consente al custode giudiziario poteri enormi, come scaraventare il debitore fuori di casa prima che sia avviata la vendita forzata dell’immobile. Anche a costo di buttare in mezzo a una strada bambini, disabili o anziani pur di rendere appetibile l’asta”