Sbarchi inquinano le coste italiane, allarme ambientalisti

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Mareamico di Agrigento, associazione ecologica per la protezione dell’ambiente, ha un territorio particolarmente ostico su cui lavorare: si tratta di un’area vasta e difficile da controllare e salvaguardare. E, secondo quanto rivelato dai rappresentanti dell’associazione, la zona agrigentina, in particolare l’area costiera, subisce in maniera irreversibile gli effetti dannosi dell’immigrazione.

L’associazione ecologica, ancora una volta, punta il dito sul fenomeno degli sbarchi fantasma.

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“Esistono persone che arrivano e nessuno è in grado di controllare! Praticamente sono dei fantasmi!”: sono queste le parole dell’ultimo comunicato di Mareamico, che lancia l’allarme di fronte agli effetti collaterali del fenomeno immigrazione in ambito ambientale.

I “fantasmi” di cui si parla sarebbero in particolare gli immigrati clandestini che arrivano in Italia. Secondo Mareamico, questi migranti, circa 3 mila solo negli 80 sbarchi del 2017 secondo il censimento dell’associazione agrigentina, “non hanno altra scelta, perchè provengono da zone del mondo che non sono in guerra e quindi non possono neanche richiedere l’asilo politico in Italia. Sono solo migranti economici”.

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Il comunicato riporta anche un episodio recente, uno “sbarco fantasma” avvenuto durante la notte dello scorso 4 marzo a Zingarello, una spiaggia a pochi chilometri da Agrigento.

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Mareamico ha allertato la capitaneria di porto e i carabinieri, ma all’arrivo delle autorità i clandestini avevano ormai fatto perdere le loro tracce. Del loro arrivo sul posto sarebbero rimaste solo le tracce del cambio dei vestiti in spiaggia e la barca utilizzata per il trasporto.

Questo sbarco sembrerebbe non avere nulla a che fare con l’ambiente, ma non è così: infatti, dopo un mese l’imbarcazione si sarebbe squarciata, liberando in mare carburante, olio motore e altri materiali inquinanti.

Per questo, Mareamico ha deciso di rivolgersi alle autorità nel tentativo di rivelare questo fenomeno e cercare di regolarizzare e controllare questi cosiddetti “sbarchi fantasma”.