Gentiloni seguito giorno e notte da un’ambulanza: staff di 20 medici, voi pagate

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La tutela sanitaria del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è stata rafforzata con un accordo siglato con il Ministero della Difesa. Ci sarà un’ambulanza a disposizione e due medici faranno la sorveglianza a tutte le ore del giorno e della notte, per tutti i giorni della settimana. Ci sarebbe anche il riferimento alla previsione di possibili attacchi chimico-batteriologici. Secondo Il Fatto Quotidiano occorre tornare al 28 settembre dell’anno scorso, quando il ministero della Difesa modifica il decreto che apporta modifiche all’elenco di chi potrà beneficiare delle prestazioni delle strutture sanitarie militari.

Finora potevano usufruire di tali prestazioni solo il personale delle Forze Armate, e certi cittadini in particolari situazioni straordinarie. Adesso vengono aggiunti “il premier e ogni autorità di governo nelle sedi della presidenza”.

Da sottolineare che un ambulatorio per le emergenze esiste già, si chiama “Ufficio del medico competente”. A coordinarlo uno specialista in rianimazione preposto anche ad allertare ospedali e strutture sanitarie in occasione di incontri istituzionali. Evidentemente a partire da settembre però non è più sufficiente e scatta così il decreto che “rimanda a un’apposita convenzione”.

Perché ci si chiede? Qualche settimana dopo la nomina a presidente del Consiglio, Gentiloni aveva affrontato un delicato intervento cardiaco dopo un malore. Un motivo per stare sotto controllo, ma lo staff del presidente esclude sia questa la ragione del potenziamento della tutela sanitaria. Pare infatti che Gentiloni si sottoponga a precisi controlli e per il momento non esiste alcuna preoccupazione sul suo stato di salute.

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Per ora non viene data conferma né smentita – precisa il Fatto – che effettivaente “i medici rianimatori siano notte e giorno al suo seguito”. Ma l’accordo parlerebbe di “specifiche misure volte a garantirne la sicurezza e l’incolumità”. Rispetto a prima ci si avvarrà dunque di “ulteriori medici e infermieri particolarmente esperti nelle procedure di rianimazione”. Anche riguardo alla previsone e gestione di “rischi di aggressione nucleare, biologica e chimica”.

Il giornale riporta che fonti di polizia smentiscono l’esistenza di pericoli particolari di questo tipo negli ultimi tempi. In ogni caso i medici sono chiamati a fare turni di 12 ore ciascuno. Per coprirli, in base all’accordo “sarebbero a disposizione tra i 10 e i 20 dottori e altrettanti infermieri”. Rientra nell’accordo, inoltre, il centro mobile di rianimazione.

Il ministero della Difesa chiarisce come tutto sia a carico della Presidenza, quindi dei contribuenti. In base al bilancio di previsione del 2018 si parla di 520mila euro di uscite contro i 120mila degli anni precedenti.

Voi avete un’ambulanza privata parcheggiata sotto casa? Questo non l’ha eletto nessuno e se la spassa alle spalle nostre..