Una vera e propria base logistica nella quale reclutare e indottrinare i nuovi militanti del jihad.
Questo, denunciano i pm, il ruolo della moschea di via Zara a Foggia, solitamente frequentata da Eli Bombataliev, il terrorista islamico aderente all’Isis fermato pochi giorni fa.
“Un uomo carismatico – le parole di Gatti della DDA – che nel giro di quattro giorni ottiene le chiavi del centro islamico di Foggia e ne diventa il leader”. Secondo i magistrati, l’uomo avrebbe svolto attività di indottrinamento dei nuovi seguaci “all’interno del luogo di culto ‘associazione culturale islamica Al Dawa’ di via Zara a Foggia”. Già nel 2015 prese “lezioni” in quella moschea Kamel Sadraoui, tunisino fermato a febbraio quale sospetto terrorista. “Le segnalazioni dell’Aisi – agenzia informazioni e sicurezza interna – indicavano processi di radicalizzazione all’interno dell’associazione di via Zara da parte di Bombataliev. L’uomo avrebbe svolto azione di proselitismo anche nei confronti di due albanesi, Orkid e Lusien Mustaqi espulsi per motivi di sicurezza nazionale”.
Domanda: come mai è ancora aperta?