Un caso ‘importato’ di Dengue è stato rilevato a Bologna nella giornata di ieri. Lo rende noto il Comune del capoluogo emiliano. La terapia è di tipo sintomatico e serve soprattutto a ridurre i dolori. Atroci, alle articolazioni, che durano mesi anche dopo un decorso positivo.
Attivate le misure di profilassi: è già in corso la disinfestazione, come da protocollo regionale, nell’area circostante la casa della persona colpita, a Bologna, per prevenire l’insorgenza di eventuali casi secondari. La zona di trattamento comprende le vie Santo Stefano, Dei Coltelli e Remorsella, nel centro della città.
Chissà che la Lorenzin aggiungerà un undicesimo vaccino. Perché più ospiti arrivano, più nuove ed esotiche patologie ci sono da affrontare.
Come nel caso della della malaria, in Italia il bacino degli infetti è costituito da stranieri. Si tratta soprattutto di immigrati che arrivano dal continente africano. Spesso però sono gli stessi immigrati che vivono qui da lungo tempo a contrarre la malattia: questo perché la Dengue si diffonde sì, solo attraverso la ‘puntura delle zanzare’, ma se concentri gli infetti in una zona, la diffusione dell’epidemia è più semplice: le zanzare hanno più infetti da dove ‘prelevare’ la malattia.
La malattia è infatti altamente diffusa in Africa (soprattutto Nigeria), Sud-Est asiatico, Asia meridionale, medio-oriente, Europa dell’Est, America centro-meridionale, Sud Pacifico. Tutte zone di provenienza dei ‘migranti’.
I vettori sono zanzare del genere Anopheles.
E non è vero, come millantano gli esperti prezzolati, che “non esista alcun rischio di contagio per la popolazione locale”, proprio per quanto scritto sul ‘serbatoio’.
Infatti, più immigrati fai arrivare da zone colpite, più è probabile raggiungere il ‘numero critico’, oltre il quale i portatori della malaria danno vita ad un focolaio epidemico.