Un caso di malaria a San Pietro Avellana ed è subito allarme rosso per comprendere come si sia potuta sviluppare la malattia.
Il soggetto affetto dalla malattia è un ospite del centro di accoglienza di Capo di Vandra che ospita una quarantina di richiedenti asilo. Si tratta di un nigeriano di 27 anni che ora versa in prognosi riservata presso l’ospedale di Avezzano dov’è ricoverato nel reparto di malattie infettive.
L’uomo si è sentito male pochi giorni fa. Febbre, mal di testa, tensione di muscoli, brividi e sudorazione, nausea, vomito e diarrea. Dopo le prime terapie mediche, visto che il quadro clinico non migliorava, il nigeriano è stato ricoverato presso l’ospedale di Castel di Sangro. Qui, dopo le analisi e lo studio delle sintomatologie, i camici bianchi avrebbero certificato che l’origine dei disturbi era attribuibile proprio alla malaria.
Così il trasferimento presso l’Uoc di Malattie Infettive dell’ospedale di Avezzano dove l’uomo è tutt’ora ricoverato. Il 27enne è arrivato in Alto Molise nel settembre del 2016 insieme ad altri suoi conterranei e pare in buone condizioni fisiche. Forse, e si spera, fra qualche giorno probabilmente verrà corretta la diagnosi altrimenti quello di San Pietro Avellana diventa davvero un caso clinico a livello nazionale.
Il 70 per cento dei pazienti che contraggono la malaria in Italia è costituito da stranieri. Si tratta soprattutto di immigrati che arrivano dal continente africano. Spesso però sono gli stessi immigrati che vivono qui da lungo tempo a contrarre la malattia: questo perché la Malaria si diffonde sì, solo attraverso la ‘puntura delle zanzare’, ma se concentri gli infetti in una zona, la diffusione dell’epidemia è più semplice: le zanzare hanno più infetti da dove ‘prelevare’ la malattia.
Il serbatoio del parassita è infatti costituito dagli individui infettati in maniera cronica. E chi meglio degli africani?
La malattia è infatti altamente diffusa in Africa, Sud-Est asiatico, Asia meridionale, medio-oriente, Europa dell’Est, America centro-meridionale, Sud Pacifico. Tutte zone di provenienza dei ‘migranti’.
I vettori sono zanzare del genere Anopheles.
E non è vero, come millantano gli esperti prezzolati, che “non esista alcun rischio di contagio per la popolazione locale”, proprio per quanto scritto sul ‘serbatoio’.
Infatti, più immigrati fai arrivare da zone colpite, più è probabile raggiungere il ‘numero critico’, oltre il quale i portatori della malaria danno vita ad un focolaio epidemico.