In India esperimento Usa di guerra al contante

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Dal sito di Norbert Häring, corrispondente del giornale economico tedesco Handelsblatt, un interessante articolo sullo stadio avanzato della lunga guerra al contante condotta dagli esponenti del mondo della finanza e dai governi che li appoggiano, in primo luogo Washington. In India è infatti in corso il primo esperimento sul campo di abolizione del contante, con l’ambizione di renderlo un modello sostenibile e replicabile a livello globale. La conseguenza della diffusione universale dei pagamenti digitali è quella di massimizzare il potere di controllo e assicurare il predominio USA sulla finanza internazionale.

di Norbert Häring, 1 Gennaio 2017

Traduzione di Margherita Russo

All’inizio di novembre, senza alcun preavviso, il governo indiano ha dichiarato fuori corso le due banconote di taglio più alto, abolendo così di fatto oltre l’80 per cento del valore della moneta in circolazione. In mezzo al trambusto e all’indignazione che ne sono scaturiti, nessuno sembra aver fatto caso al ruolo giocato da Washington nella vicenda. Il che è abbastanza sorprendente, visti i pochi sforzi fatti per dissimularlo.

Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha spesso reiterato il ruolo prioritario della partnership strategica con l’India nella sua politica estera. La Cina deve essere limitata. Nel quadro di questa partnership, l’agenzia governativa per lo sviluppo USAID ha negoziato diversi accordi di cooperazione con il Ministero delle Finanze indiano. Uno di questi è dichiaratamente finalizzato a limitare l’uso del contante a favore dei pagamenti digitali in India ed a livello globale.

L’8 novembre il primo ministro indiano Narendra Modi ha annunciato che le due banconote di valore più alto non potevano più essere utilizzate per i pagamenti, con effetto quasi immediato. I detentori potevano recuperarne il valore soltanto versandole in un conto in banca entro un breve periodo di grazia prima della fine dell’anno, cosa che molte persone ed aziende non sono riuscite a fare, a causa delle lunghe code agli sportelli. Le somme in contanti che le banche erano autorizzate a pagare ai singoli clienti erano anche soggette a rigorose restrizioni. Circa metà degli indiani non hanno un conto in banca, ed in certi casi nemmeno una banca nelle vicinanze. L’economia è in gran parte basata sul contante. Di conseguenza ne è scaturita una grave penuria di contanti. A soffrirne di più sono stati i più poveri e vulnerabili. Per loro, guadagnarsi a malapena da vivere nell’economia informale o pagare per beni e servizi indispensabili come cibo, medicine ed ospedali è diventato più difficile. Caos e truffe hanno imperversato fino a dicembre inoltrato.

Quattro settimane prima

Appena quattro settimane prima di quest’attacco a danno dei cittadini indiani, USAID aveva annunciato l’introduzione di “Catalyst: Partnership globale per i pagamenti cashless“, al fine di indurre un salto quantico nei pagamenti cashless in India. Il comunicato stampa del 14 ottobre annunciava che Catalyst “rappresenta la fase più avanzata nella partnership fra USAID ed il Ministero delle Finanze per facilitare l’integrazione finanziaria universale”. La dichiarazione non appare nella lista dei comunicati stampa del sito di USAID (o non appare più?). Neanche filtrando i risultati con la parola India si riesce a trovarla. Per trovarla è necessario sapere che esiste o affidarsi al caso in una ricerca web. Di fatto questa, come altre dichiarazioni che a prima vista sembravano piuttosto prive di interesse, sono divenute molto più interessanti ed indicative dopo l’8 novembre.

Una lettura delle dichiarazioni a posteriori rende ovvio che Catalyst, e la partnership tra USAID ed il Ministero delle Finanze indiano dalla quale è scaturito Catalyst, non sono che operazioni di facciata utilizzate per preparare, senza destare troppi sospetti, un attacco a tutti gli indiani che utilizzano i contanti. La stessa parola Catalyst suona molto più inquietante, se si tiene conto di ciò che è successo il 9 novembre.

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Il responsabile per l’incubazione del progetto Catalyst è Alok Gupta, precedentemente amministratore delegato del World Resources Institute di Washington, di cui USAID è uno degli sponsor principali. È anche stato uno dei primi membri del team che ha sviluppato Aadhaar, l’orwelliano sistema di identificazione biometrica.

Secondo un’indagine dell’Indian Economic Times, USAID si è impegnata a finanziare Catalyst per tre anni. L’importo è tenuto segreto.

Prima di essere nominato AD diCatalyst, Badal Malick è stato Vice Presidente di Snapdeal, la più importante piattaforma di e-commerce in India. Malick ha così commentato:

“La missione di Catalyst è risolvere i molteplici problemi di coordinazione che hanno impedito la penetrazione dei pagamenti digitali tra i commercianti e consumatori a basso reddito. Confidiamo di poter creare un modello sostenibile e replicabile. (…) Sebbene ci sia già (…) un’iniziativa concertata da parte del governo, esiste ancora un’ultima distanza da coprire per quanto riguarda il gradimento da parte dei commercianti ed i problemi di coordinazione. Desideriamo avere un approccio olistico ed ecosistemico a questi problemi.“

La traduzione completa:

Un segreto di Pulcinella ben custodito: Dietro il brutale esperimento dell’India di abolire gran parte del contante c’è Washington

L’utilizzo della moneta elettronica ha i suoi vantaggi, ma ha l’enorme difetto, man mano che diventa è “totale”, di rendere il cittadino “schiavo del Sistema”.
Una volta che il contante venisse eliminato, infatti, scomparirebbe l’ultima linea di difesa che un individuo ha davanti allo strapotere dello Stato. Sarebbe impossibile ritirare il denaro dalle Banche, visto che il denaro non esisterebbe più, come entità fisica.

La sua circolazione dipenderebbe totalmente dal sistema bancario e finanziario, quindi, sarebbe soggetta a commissioni sempre crescenti. Si potrebbe almeno, pensare a “moneta elettronica” caricata su carte o cellulari che non fosse soggetta a commissioni bancarie. Rimarrebbe però il problema, della indisponibilità di questo denaro: i conti potrebbero essere bloccati dal Sistema. Nonché quello della “tracciabilità”, ovvero del controllo totale: il Sistema potrebbe tracciare qualsiasi nostro movimento e inserire i nostri “gusti” e i luoghi che frequentiamo, in un’enorme banca dati il cui non utilizzo criminale, una volta creata, non potrebbe essere garantito da nessuno.