Bergamo nel mirino del Qatar: esigono una moschea in città, pronti tanti Rolex

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La Qatar Charity Foundation è un veicolo per l’islamizzazione dell’Europa. Ufficialmente, questa fondazione raccoglie soldi per progetti benefici di vario genere: costruzione di scuole, progetti per la salute, lotta alla fame, orfanotrofi e costruzione di moschee. Soprattutto costruzione di moschee, il resto è copertura.

E’ stata inserita da Israele nella black list delle associazioni che sostengono integralismo e terroristi dal 2011, e più volte è stata associata al finanziamento di gruppi islamici operanti in diverse parti del mondo. Ad esempio, Foreign Policy, testata sempre attenta alle vicende internazionali, nel 2013 portava alcune prove per sostenere i legami tra la Qatar Charity e il terrorismo islamico.

Il Qatar usa le sue fondazioni ‘umanitarie’ per penetrare in Italia. Fare proselitismo e islamizzare la società. Quello che fanno gli americani con USAID ad esempio in Ucraina, infettare la società e americanizzarla; lo fa la Qatar Charity Foundation per il governo qatariota.

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Dietro assistenza sociale, attività religiosa, istruzione si nasconde un tentativo di egemonizzare gli immigrati e poi scagliarli contro gli autoctoni.

Non parliamo del 49% di Alitalia, già grave, ma della nascita di ‘centri culturali’ islamici, moschee e scuole coraniche finanziate dal Qatar. La Qatar Charity Foundation, istituzione tra le più ricche del mondo islamico, ha finanziato con 5 milioni di euro la nascita di un centro di preghiera a Bergamo, non è strano che il signor Parodi, sindaco locale, sia uno strenuo difensore della moschea.

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La Qatar Charity Foundation è attiva ovunque governi il PD. Ha, ad esempio, pagato i lavori per la moschea di Colle val d’Elsa, in Toscana e per quella di Ravenna.

Il Qatar ha rilevato anche l’ex clinica del San Raffaele a Olbia, annunciando un investimento di 1,2 miliardi di euro. Bastone e carota. Così si comprano i corrotti e i deboli.

E Bergamo resta una delle priorità. Lo ha detto Saleh, imam estremista in un’intervista al Corriere, nella quale ha comunicato che grazie ai fondi messi nuovamente a disposizione dalla Qatar Charity Foundation, il Centro culturale si sta muovendo per realizzare una nuova moschea in città: «Il sogno di realizzare un nuovo centro islamico c’è ancora, non molliamo, anche perché abbiamo la promessa della Qatar Charity che vuole realizzare il progetto a Bergamo. Siamo in stretto contatto con loro, ci chiedono spesso novità sul nuovo progetto. Stiamo già lavorando, anche se il percorso non sarà facile. Ora sistemiamo le vecchie questioni nelle sedi giudiziarie, poi penseremo al futuro. Però vogliamo farci trovare pronti quando ci saranno le condizioni per fare la moschea».

«Lo spazio l’abbiamo già individuato, è in città – spiega Saleh -. Quando sarà il momento diremo dove si trova, ora è presto. Si tratta di uno spazio privato, che dovremo acquistare. Non è in via San Fermo. È un luogo adeguato per le normative. Non è in mezzo alle case. Vorremmo realizzare un centro islamico adeguato alle esigenze della comunità. Serve una specie di oratorio, aperto a musulmani e non musulmani».