C’E’ UN SINDACO CHE CACCIA I FINTI PROFUGHI DAL PROPRIO COMUNE

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L’amministrazione di Susanna Ceccardi rivendica il risultato annunciato in campagna elettorale di “ridurre la presenza di immigrati sul territorio cascinese”.

“Abbiamo deciso di interrompere il progetto SPRAR, per il quale occorre il nullaosta del sindaco, a differenza dei progetti di prima accoglienza sui quali effettivamente l’Ente non ha alcun potere, per dire basta ad un eccesso di presenza di immigrati sul nostro territorio. L’avevamo promesso e l’abbiamo fatto”. Il progetto SPRAR, il famigerato Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, consiste nell’accompagnamento e nell’erogazione di servizi e sussidi per chi ha richiesto o ottenuto la protezione internazionale. I sindaci PD l’hanno approvato in massa nei loro comuni, con il risultato di avere il doppio di finti profughi.

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“Ho scritto una lettera alla Società della Salute Pisana – prosegue la Ceccardi – in cui ho manifestato la mia totale indisponibilità ad accogliere nuovi profughi gestiti con progetti SPRAR e a far cessare quelli già in corso in tutto il territorio comunale. A Cascina i profughi gestiti con la formula SPRAR erano complessivamente 14, ubicati in via Ippolito Nievo e in via Pratello, rispettivamente nel numero di otto e sei, provenienti dall’Afghanistan, Iraq, Pakistan e Senegal. Ho ritenuto doveroso e prioritario rispettare il mandato che ho ricevuto dai miei cittadini, provvedendo a far rimuovere quei migranti che verranno trasferiti in altri appartamenti fuori dal Comune di Cascina”. Così “i richiedenti asilo inseriti nel progetto SPRAR cascinese – si legge sempre nella nota – gestiti da cooperative Arci, saranno ricollocati in altri comuni che aderiscono al progetto”.

“Dal punto di vista dei finanziamenti – afferma il sindaco – si richiedeva un contributo direttamente dalle casse comunali: si tratta di un progetto che non viene finanziato solo con risorse del Ministero dell’Interno o del Fondo Europeo Profughi, come avviene in altri casi, ma col contributo di finanziamenti comunali erodenti risorse che ritengo di dover utilizzare per offrire ai cascinesi una città migliore di quella che ci è stata consegnata dalle precedenti amministrazioni: una città capace di aiutare e soprattutto rimettere in condizioni di camminare agilmente da soli quei cittadini che quotidianamente ci chiedono di essere incontrati per aiutarli ad affrontare situazioni di disoccupazione, disagio sociale, problemi abitativi ed economici. A Cascina è cambiata musica”.