SCOPRONO 30 PROFUGHI INFETTI SUI BUS: PER ALFANO ERANO SANI

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Campobasso – Arrivavano da un centro di prima accoglienza della Sicilia i 30 giovani fancazzisti, tutti eritrei, giunti all’inizio del mese di ottobre a Campobasso e infetti da Scabbia, nella forma più aggressiva, accompagnata, cioè, dalla presenza di croste e comunemente detta norvegese. Allegria.

«Scesi dagli autobus sono stati messi in isolamento all’Eden 3 (ex centro sportivo Pascale alle spalle del centro commerciale Monforte, ndr) e sottoposti a trattamento per 5 giorni» riferisce Salvatore Dall’Oglio, coordinatore della struttura di accoglienza più popolosa del capoluogo.

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L’episodio ha riacceso i riflettori sulle nuove procedure di assistenza sanitaria comunicate dall’Asrem alle prefetture di Isernia e Campobasso agli inizi di agosto. Procedure con le quali le visite mediche fatte sui sedicenti profughi che arrivavano in Molise sono state sospese (in teoria dovrebbero già essere stati visitati quando sbarcano sulle coste italiane, ma è una bufala raccontata dal governo) e sostituite da un sistema meno oneroso per le casse pubbliche e molto più veloce detto della sorveglianza sindromica. Si tratta della compilazione di una scheda di valutazione con le 13 sindromi più comuni tra i migranti (infezioni polmonari, tubercolosi, gastroenterite, febbre eccetera) che ogni giorno, entro le ore 10, i responsabili sanitari delle strutture di accoglienza di secondo livello dovrebbero diagnosticare e inviare al ministero dell’Interno e al dipartimento di prevenzione Asrem “per rilevare precocemente qualsiasi evento che possa rappresentare un’emergenza di salute pubblica ed organizzare una risposta tempestiva e appropriata” così c’è scritto nella circolare ministeriale.
A fare il questionario nei centri della regione, però, sono stati fino ad oggi i medici dell’Asrem poiché le strutture non hanno la figura del responsabile sanitario. «Ma sono medici a metà perché non possono né visitare né prescrivere medicinali» sostiene Dall’Oglio.

Insomma, non li visitano agli sbarchi. Non riescono ad individuare neanche un’infezione visibile come la Scabbia, figuriamoci la Tubercolosi che ha latenza di mesi o altre patologie ancora più gravi e contagiose.