EPIDEMIA POSITIVA: ALTRO SINDACO VUOLE TASSARE LE COOP DEI PROFUGHI

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Una “tassa di soggiorno” sui profughi, un balzello da mettere in conto alle cooperative che riempiono ex caserme e altre strutture di migranti, creando un impatto anche economico sul territorio.

A proporla, seguendo il sindaco di Rovigo Bergamin, è il suo collega di Agna Gianluca Piva, come una sorta di “risarcimento” per i paesi costretti a fare i conti con la presenza di centinaia, se non migliaia, di richiedenti asilo.

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«Voglio che diventi qualcosa di più di una provocazione», afferma il sindaco, «e sto già verificando la fattibilità di questa soluzione. Penso a una qualche forma di tassazione per le cooperative che seguono i profughi, ad esempio una tassa di soggiorno pro capite».
Del resto Agna vive da più di un anno una situazione paradossale: non ospita alcun profugo eppure ogni giorno è frequentata da decine di migranti in arrivo a piedi o in bicicletta dalle due basi di San Siro a Bagnoli e di Conetta. Un potenziale di quasi duemila persone che hanno come centro più comodo proprio Agna.

«Il Viminale e le prefetture hanno fatto un errore clamoroso», continua Piva, «hanno aperto i due hub delle provincie di Padova e Venezia al confine, a nemmeno cinque chilometri in linea d’aria l’una dall’altra. Il dramma è che in mezzo ci siamo noi e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Ci hanno ribattezzato il “distretto del profugo”, come se fossimo una filiera produttiva, che ne so, del mobile o del freddo. È questo che il Governo vuole da noi? Ci considera una terra dove di producono “alloggi per soggiorni” per i profughi che continuano ad arrivare in Veneto. Da qui allora la mia idea, che vuole essere qualcosa di più di una provocazione. Fissiamo una specie di “tassa di soggiorno”. Visto che il Governo non ci tutela e non risolve i problemi creati con i due hub noi Comuni dovremo pensare ad introdurre delle tasse “ad hoc”, da mettere in conto ovviamente alle cooperative che gestiscono i flussi nei centri di accoglienza e partecipano a questo business». Piva nei mesi scorsi ha fatto togliere alcune panchine in centro e installare cartelli anti-pipì per contenere il degrado, inoltre ha firmato un’ordinanza che vieta il consumo di alcol in luoghi pubblici, all’aperto. Continua a ricevere inoltre le lamentele dei commercianti del mercato domenicale, alle prese con un calo degli affari anche per l’effetto profughi. «Il settore immobiliare», conclude il sindaco, «sta soffrendo delle conseguenze di questa forma sbagliata di accoglienza».