CASE POPOLARI, SINDACO AVANZA IN GRADUATORIA FAMIGLIE IMMIGRATI AL POSTO ITALIANI

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MILANO – Non riescono più a pagare gli affitti, vengono sfrattati e finiscono in mezzo alla strada. Due famiglie egiziane, residenti da otto anni a San Giuliano. Hanno ricevuto lo sfratto esecutivo da abitazioni private lo scorso martedì e, da allora, Waleed Moussa e Salah Mohammed, i due capofamiglia che hanno perso il lavoro e si «accontentano» di impieghi provvisori, stazionano davanti al Comune in cerca di soluzioni.

«Quando abbiamo lasciato la casa – ha raccontato Moussa – ci hanno invitato ad andare in municipio perché sarebbe stato garantito un riparo alle mogli e ai nostri sei figli. Ci siamo quindi recati presso gli uffici comunali con bimbi e valigie appresso ma ci è stato detto che non avevamo diritto all’assistenza, dovevamo arrangiarci da soli a trovare una soluzione. Mi sono sentito male e hanno dovuto chiamare l’ambulanza. Volevo rifiutare il ricovero per non lasciare mia moglie in difficoltà ma mi hanno rassicurato che la mia famiglia sarebbe stata al sicuro. Invece, appena arrivato in ospedale, ho ricevuto la notizia che era intervenuta la Polizia Locale e i miei si erano dovuti accampare fuori dal palazzo comunale».

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A dare una mano è intervenuta anche la parrocchia che ha fornito una prima ospitalità. Verso sera è poi intervenuto l’assessore al Welfare Pierluigi Dima che ha trovato per gli sfrattati una sistemazione provvisoria al capannone della Protezione Civile. «Abbiamo fatto tutto il possibile – ha dichiarato il sindaco Alessandro Lorenzano -, compresa la richiesta in Prefettura di concedere una proroga di sei messi allo sfratto. La famiglia di Mohammed è la prima in lista d’attesa per l’assegnazione di una casa popolare, stiamo premendo per accorciare i tempi. Quella di Moussa è invece settantaduesima in graduatoria, gli abbiamo proposto di cercare una casa anche nei comuni limitrofi, noi aiuteremo supportando il pagamento dell’affitto».

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Quindi, il Comune PD avanza le ‘famiglie egiziane’ in graduatoria al posto di quelle italiane. Gente che abita in Italia da 8 anni, ha più diritti di chi ha qui le radici da secoli.

Se non hanno un lavoro, perché non tornano in Egitto? Non sono qui per ‘pagarci le pensioni’ e perché ‘serve manodopera’?

No, sono qui a rubarci le case e il lavoro.