Cina: lo scandalo dei vaccini tossici nasconde un problema sistemico

Vox
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Lo scandalo sul commercio illegale di vaccini, esploso la scorsa settimana in Cina, ha visto salire a 130 il numero degli arrestati o dei fermati, sospettati di coinvolgimenti a vario titolo, con l’individuazione di circa 20.000 dosi sospette.
Agli ultimi dati sulla vicenda forniti dalla polizia si sono sommate, vista l’ondata di proteste ripartite sulla sicurezza relativa a medicinali e cibo, misure straordinarie come era stato richiesto dal premier Li Keqiang: sono 69 i casi oggetto d’indagine, mentre c’è una taskforce congiunta composta dal ministero di Pubblica sicurezza e dalla Commissione sulla salute nazionale e sulla pianificazione familiare (pari al ministero della Salute) che sta passando al setaccio i vaccini sui mercati.

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Qualcuno, qui in Italia (il PD) vorrebbe spalancare le già aperte porte del mercato europeo alle merci cinesi: di ogni tipo. Al di là di questi casi illegali, il problema principale con la Cina sono i prodotti legali.

Si, ogni tanto fanno una retata, per placare la loro – disinformata – opinione pubblica, ma il mix tra affarismo turbocapitalista e assenza di informazione dovuta al controllo ferreo del partito unico, rendono il sistema cinese particolarmente vulnerabile alle frodi ‘tossiche’, con esiti mortali. Ma ancora più spesso, la tossicità è talmente infinitesimale da avere effetti a lungo termine, senza che ci si renda conto: ci stiamo ‘ammalando’ di ‘prodotti cinesi’. E non lo capiamo.