L’obiettivo dei terroristi islamici di Bruxelles era quello di prelevare materiale radioattivo dalla centrale nucleare di Tihange, nei pressi di Bruxelles. Era per questo che stavano pedinando il direttore della ricerca nucleare belga: per rapirlo e avere accesso alla centrale.
Si pensa che avessero infiltrati nella centrale. Per questo, un ‘tantino’ in ritardo, il governo belga ha ritirato i pass di ingresso a 11 lavoratori islamici che vi avevano accesso.
Il materiale radioattivo sarebbe servito a costruire una bomba sporca: esplosivo convenzionale per spargere materiale radioattivo, in questo caso ad alto potenziale, visto che si sarebbe trattato di scorie radioattive della centrale nucleare e non di rifiuti ospedalieri speciali. L’impatto sarebbe stato devastante.
A undici dipendenti della centrale nucleare di Tihange, in Belgio, è stato ritirato il permesso di entrare nella struttura. Lo ha riferito Rtbf, precisando che il divieto di ingresso è stato imposto a sette immigrati dopo l’operazione della sicurezza a Forest, durante la quale era stato arrestato Salah, ad altri quattro dopo gli attentati di martedì.
Oggi il quotidiano belga La Derniere Heure aveva affermato che gli impianti nucleari del Paese erano inizialmente obiettivo degli attentatori, che hanno poi cambiato i propri piani a causa degli sviluppi degli eventi. Il 17 febbraio scorso rinforzi militari erano stati inviati a proteggere le centrali nucleari.
Il fatto che immigrati islamici lavorino in settori sensibili – anche con mansioni a bassa qualifica, ma che dà loro accesso a zone pericolose – come aeroporti, trasporti e addirittura centrali nucleari, descrive bene quanto si siano infiltrati e quanto sia pericolosa l’integrazione.