Chi intendesse organizzare “ronde” per opporsi alla criminalità migrante nel quartiere degradato della Bolognina dovrà seguire quanto indicato dalle normative, che fissano precisi “parametri” ed un’apposita procedura per la registrazione delle associazioni, i compiti e le modalità di svolgimento del servizio da parte dei volontari. Lo ricorda la Prefettura di Bologna, con una nota, viste le intenzioni palesate da alcuni residenti e commercianti della zona. Quasi una minaccia, per i modi in cui è stata posta.
Infatti, a sentire la descrizione delle iniziative sembra configurarsi “l’ipotesi disciplinata dalla legge 94 del 15 luglio 2009 – scrive la Prefettura- e dal successivo decreto ministeriale di attuazione dell’8 agosto 2009, cosiddetto decreto Maroni sulle ronde”. Di conseguenza, “la costituzione di tali associazioni di volontari dovrà necessariamente passare attraverso le previsioni della normativa- avvertono da Palazzo Caprara- che fissa precisa parametri e istituisce un’apposita procedura di registrazione e modalità di accreditamento delle associazioni presso la Prefettura di riferimento, nonchè i compiti stessi dei volontari e le modalità di svolgimento del loro servizio”.
Di ronde, intanto, si è discusso anche in Consiglio comunale a seguito della presentazione di un ordine del giorno, da parte di Uniti si vince, che la maggioranza ha rinviato in commissione, perché “così com’è formulato è da approfondire in commissione per verificare a che punto siamo su una partita che si è aperta e si sta conducendo con ottimi risultati”. Sono terrorizzati dai cittadini che prendono la situazione nelle proprie mani: li vogliono inermi, in balia dei nuovi arrivati.