Monsignore: “Apriamo cuore a migranti”, e da quando è il cuore?

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Appello di tal Mons. Franco Cecchin, prevosto di Lecco: apriamo il cuore ai profughi. Non sapevamo che ora lo chiamassero ‘cuore’

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Le Caritas delle Diocesi lombarde, nel documento dal titolo “Il fenomeno migratorio e le comunità cristiane della Lombardia”, riflettono su immigrazione, rifugiati e impegno della Chiesa a favore degli ultimi. E lanciano un appello “affinché le parrocchie mettano a disposizione spazi adeguati per un’accoglienza diffusa sul territorio”. Quindi l’accoglienza e non la paura è la via per affrontare questa situazione “epocale” per un cammino nell’integrazione di queste persone nel nostro Paese.
La comunità cristiana, la parrocchia, il singolo sono interpellati su ciò che sta accadendo; gli appelli di Papa Francesco, dell’Arcivescovo Angelo Scola e di tutta la Chiesa non possono cadere nel vuoto.
Per questo servono persone sul territorio della città e della nostra Comunità Pastorale che si rendano disponibili per affiancare questi fratelli nel loro cammino di temporanea convivenza o permanenza fra noi.
Come attuare questo gesto profetico che s’inquadra nella più vera carità?
Segnalando, alla Segreteria parrocchiale o ai Sacerdoti, la tua disponibilità o ad ospitare o a donare del tempo per accompagnare nell’accoglienza.
Il cammino che stai intraprendendo non lo farai da solo ma con la vicinanza della Parrocchia e della Caritas Ambrosiana.

Difficile scegliere se frasi del genere sono più criminali o stupide. Probabilmente sono dettata da totale disconnessione dalla realtà, che molti considerano stupidità, e questo ha poi effetti criminali su chi ti vive accanto. Perché poi, stuprano le donne, non i preti.