Stando al rapporto del Censis sono 8,3 milioni gli italiani che evitano i luoghi affollati
I ricercatori hanno sondato le preoccupazioni di un campione nazionale di cittadini nelle settimane successive alle stragi del 13 novembre a Parigi per testare la «crescente paura». E sfiducia totale in Alfano e Renzi.
Ne è venuto fuori che il 65,4% degli italiani ha modificato le abitudini per timore di attacchi islamici. Di questi il 73% evita di fare viaggi all’estero, in particolare in Paesi considerati a rischio attentati: scelta intelligente.
Ad avere più paura sono le donne tra i 35 e i 44 anni, in particolare a Roma, per ovvii motivi. Il 24% chiede la chiusura delle frontiere.
Molta paura anche tra i giovani tra i 18 e i 39 anni (il 77%). Il 53% evita luoghi simbolo, potenziali bersagli di attentati, come monumenti, stazioni ferroviarie e piazze. Il 52,7% si tiene alla larga da cinema, teatri, musei, concerti. Il 27,5% non prende più la metropolitana, il treno o l’aereo. Il 18% resta chiuso in casa la sera, questo più per la presenza di criminalità diffusa tipo Colonia.
«Il numero non elevatissimo di partecipanti all’apertura del Giubileo in piazza San Pietro – si legge nella ricerca – dimostra che la paura ha generato la ritrosia a partecipare a eventi pubblici anche di grande rilievo e pacifici, come prolungamento della più generale scelta di evitare luoghi affollati».
Gli attacchi terroristici hanno aumentato le diffidenze verso gli immigrati. Il 44% degli intervistati, infatti, ha una opinione negativa della religione musulmana. Il resto non ha avuto il coraggio di dirlo ai sondaggisti.
Il fatto che 1 italiano su 4 chieda la totale chiusura delle frontiere, e lo faccia durante un’intervista, significa che la stragrande maggioranza non vuole immigrati.