La bufala dei ‘profughi climatici’

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L’ultima bufala diffusa dai media di distrazione di massa – che sarebbe divertente, non fosse per l’obiettivo di utilizzarla come ennesimo catalizzatore dell’immigrazione – è quella dei cosiddetti ‘profughi climatici’. Una kyengata di proporzioni gigantesche anche per chi è abituato a spararne di enormi.

In fuga da casa, terra e lavoro per colpa di disastri meteorologici, desertificazione del suolo o innalzamento del livello delle acque: sono i migranti climatici. Un esercito sterminato, ma ancora senza un adeguato riconoscimento e spesso identificati genericamente come migranti economici. In realtà, denuncia un rapporto di Cespi, Focsiv e WWF Italia, dal 1998 al 2014 oltre 157 milioni di persone (circa 25 milioni all’anno) sono stati costretti a spostarsi per eventi meteorologici estremi: soprattutto tempeste, cicloni e alluvioni che colpiscono molto di più dei terremoti.

In realtà, le alluvioni e le tempeste ci sono sempre state, e nessuno ‘migra’ perché piove. Uno dei luoghi più colpiti – da sempre – da eventi climatici estremi, sono gli Usa.

Non solo. L’anno passato si è toccato il minimo storico, per quanto riguarda i disastri naturali.

The Geneva-Switzerland based International Federation of the Red Cross recently released its 2014 Natural Disaster Report.

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90% less deaths: A total of 8186 people died in 2014 because of natural disasters. Bild reports: “2014 the number of deaths from natural disasters was almost 90 percent under the 10-year average of 76 500 deaths.”

In 94 countries there were a total of 317 floods, earthquakes, forest fires, cyclones and a number of other nature events with deaths. “But that was the lowest number in 10 years“.

Avete capito? Nel 2014 il numero dei morti per disastri naturali era il 90 per cento in meno rispetto alla media del decennio. Il numero di disastri è stato ai minimi da dieci anni a questa parte.

Non proprio il trend che fa pensare a ‘profughi climatici’.

Nei giorni scorsi, ad ulteriore conferma della idiozia di questa ‘emergenza’, il governo della Nuova Zelanda ha espulso Ioane Teitiota. L’uomo voleva asilo come ‘profugo climatico’ perché, secondo lui, l’isola di Kiribati da dove proviene sta ‘finendo sott il livello del mare’. I neozelandesi hanno riso, poi l’hanno rispedito a Kiribati.

Voi fate lo stesso, quando leggete la bufala dei ‘profughi climatici’. Non esistono. Sono come i ‘profughi’ che in questo periodo arrivano dall’Africa: clandestini.