Il governo dell’Arabia Saudita giustizierà tutti coloro che oseranno ‘diffondere voci’ sul governo su social media e siti web. Lo ha annunciato su un sito web governativo, secondo l’organizzazione per i diritti Reprieve.
E’ la prima volta che la nazione del Golfo minaccia la condanne a morte dei dissidenti per la pubblicazione di notizie definite ‘rumors’. Qui le chiamerebbero ‘bufale’. Finora, la pena capitale era riservata a chi esprimeva concetti ritenuti blasfemi o ai dissidenti ‘materiali’.
Ci sono già le leggi e dipartimenti che si occupano di censurare i mass media del paese, che è noto per schiacciare la dissidenza con la pena capitale.
Verranno giustiziati i possessori di siti web che diffondono – scrive il governo saudita – “dicerie da mercanti”, mentre i trasgressori minori saranno puniti con frustate, reclusione, divieti di viaggio, arresti domiciliari e divieto di utilizzo dei social media.
Il compito di emettere o peno una condanna di morte, sarà affidato ad un giudice anziano.
Voi direte, e noi siamo alleati con questi, mentre facciamo la guerra ad Assad? Non è strano, visto che in Italia vige una legge simile, la Mancino, che punisce i reati di opinione. E sono i magistrati, a decidere se quello che scrivi è pubblicabile o meno.