Le impronte digitali dicono di che razza sei

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Per anni, gli scienziati forensi hanno studiato le differenze nelle impronte digitali e hanno utilizzato queste informazioni per identificare modelli unici.

Ora, un nuovo studio è giunto ad una conclusione interessante: le impronte digitali permettono di identificare la razza di appartenenza di un individuo. Tanto per dire come le ‘razze non esistono’. In particolare, questo studio ha individuato differenze tra le impronte di europei e di africani.

I risultati mostrano che le minuzie di un’impronta digitale possono dirci la probabile appartenenza razziale ed etnica di una persona.

Esempio di minuzie di tipo biforcazione (nel quadrato) e terminazione (nel cerchio)
Esempio di minuzie di tipo biforcazione (nel quadrato) e terminazione (nel cerchio)                                                                                                                                                                                                                                    A livello locale, le discontinuità delle creste vengono chiamate minuzie, o “dettagli di Galton”, in onore del primo studioso che ne approfondì lo studio e ne accertò la persistenza. Esse possono essere fatte corrispondere semplicisticamente alle terminazioni o alle biforcazioni delle creste (vedi l’esempio in Figura, dove il cerchio evidenzia una terminazione e il quadrato, una biforcazione), anche se in dettaglio la loro forma può essere descritta in modo più preciso: esistono ad esempio minuzie a forma di punto, uncino e biforcazione multipla.

Il dito indice destro di 243 persone – divise equamente tra i sessi e tra africani ed europei – sono stati analizzati nello studio.

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A Livello 1, i dettagli sono il tipo di pattern e il conto delle creste.

Ma i ricercatori si sono concentrati sulle differenze di livello 2, che includono biforcazioni, dove le linee-creste si dividono. Tali fattori hanno dimostrato una correlazione con l’identità razziale del gruppo.

“Questo è il primo studio ad analizzare la correlazione razza-impronta digitale a questo livello di dettaglio, ed i risultati sono estremamente promettenti”, ha dichiarato Ann Ross, professore dell’università della North Carolina State di antropologia e autore senior dello studio.

A livello di minuzie, africani ed europei differiscono nel numero di biforcazioni. Questo deriva da differenze genetiche più profonde. Anche perché c’è una relazione intima, tra cervello e impronte digitali.

Come le impronte digitali, anche l’individuo è unico; ma appartiene anche ad un gruppo. Disperdere questa differenza nel meticciamento è un crimine contro l’umanità.