Paghiamo squadra di calcio per fare giocare 8 ‘profughi’

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Gigi Fresco (FOTO), presidente-allenatore della Virtus Vecomp tende la mano ai tanti finti profughi arrivati a Verona. O meglio, ai soldi che rendono.

«Prendiamo questi ragazzi, diamo loro uno strumento. Proviamo a farli divertire, cerchiamo di regalare speranza». Si, divertente.

La Virtus è una società che vive non solo di calcio. E da sempre è impegnata nel sociale, a 35 euro in pensione completa.

Ha scoperto un nuovo business, come tanti altri. Così, dei due appartamenti solitamente assegnati ai suoi giocatori. «Uno» dice «lo usiamo quest’anno come dimora per i profughi. Ne abbiamo già otto». Che moltiplicato per 35 fa 280 euro al giorno: 102.200 euro in un anno.

È il numero di richiedenti asilo che gli aveva assegnato la Prefettura. Quattro se ne sono andati, diretti verso il Nord Europa. E lì è nata l’idea di occupare i posti liberi con qualcuno dei migranti di Costagrande. Ha chiesto che gli venisse mandato qualche giovane con la passione del calcio. A 35 euro. Fantastico.

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Con l’ok della Prefettura, la cooperativa Spazio Aperto ha trasferito tre gambiani e un nigeriano (note le guerre in Gambia e Nigeria) poco meno che ventenni nella casa messa a disposizione dalla cooperativa Vita Virtus.

I loro compagni d’appartamento sono tutti della Costa d’Avorio. Altro paese in guerra nell’800.

«I ragazzi vengono seguiti da Gianni Amaini e Alessandro Rizzi», spiega Fresco, «adesso vedremo cosa sanno fare con un pallone fra i piedi. Abbiamo tante squadre: dalle serie D al calcetto, passando per la terza categoria e gli amatori. Non escludo che qualcuno possa essere aggregato alla prima squadra».

«L’ideale sarebbe poter aiutare queste persone nei loro paesi, lo so», riflette, «ma l’Europa non ha fatto abbastanza. E allora cerchiamo di renderci utili qui, come possiamo. Una doverosa solidarietà. Anche se forse è soltanto un bicchiere nell’oceano».

A 35 euro al giorno. Moltiplicato per otto. E come se l’Europa avesse la responsabilità di mantenere giovani nullafacenti africani.

Disgustoso come ammantino di solidarietà un lucroso business. E come, totalmente ignoranti definiscano ivoriani ‘profughi’. E che giocare a calcio in Italia sia un ‘diritto umano’.