Il Parlamento europeo ha accolto dal 13 giugno al 16 luglio una mostra fotografica, promossa assieme alla Coalizione nazionale delle forze d’opposizione e di rivoluzione siriana, composta da islamici cosiddetti “moderati”, e grazie all’attivo sostegno giunto da molti deputati europei, capitanati da Alyn Smith dello Scottish National Party.
Le 55 mila immagini, decisamente macabre, rappresentano esecuzioni e corpi mutilati. Sono state presentate come se fossero «uscite clandestinamente dalla Siria» grazie a Cesare, «ex-fotografo militare del regime, divenuto disertore». Secondo i promotori dell’iniziativa, gli scatti esposti rappresenterebbero «i crimini commessi dal regime di Assad». Una raccolta analoga è stata allestita anche all’interno del Campidoglio, a Washington. Ed in precedenza, nel gennaio 2014, sono stati presentati al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dall’ambasciatore francese Gérard Araud.
Ma, secondo il sito No Terror, ripreso dall’agenzia Médias-Presse-Info, quelle fotografie non sarebbero credibili e se ne mette in dubbio l’autenticità: tra quelle esposte all’Europarlamento, due lasciano intravvedere i tatuaggi delle vittime. Quei tatuaggi fanno dubitare che possa realmente trattarsi di vittime del regime di Bachar el-Assad.
La prima mostra un cadavere, sul cui braccio è tatuata una croce: ma i cristiani siriani sono per lo più considerati favorevoli al presidente siriano. La seconda è molto più inquietante: sul corpo morto si scorge un tatuaggio raffigurante un ritratto dello stesso presidente ed una scritta in arabo, che significa «guerriero di Bashar el-Assad» (nella foto).
Da qui gli interrogativi espressi da Médias-Presse-Info: «Si tratta di una manipolazione? E’ possibile che delle vittime degli islamici anti-Assad possano essere state presentate come vittime del regime siriano? L’origine di queste immagini merita un’indagine». Verrà effettuata?