Martina, la ragazza ‘condannata a morte’ da Crocetta

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UNA STORIA DI ‘ORDINARIA’ BUROCRAZIA DALLA SICILIA

Forza Nuova si schiera a difesa di Martina, una ‘bambina’ di 22 anni. Si, bambina, perché a causa di una rara malattia, pesa 22 chili e ha il corpo di una bambina di 4 anni. E’ affetta dalla sindrome di Cornelia De Lange, patologia che ne impedisce la crescita regolare, oltre a causarle vari altri problemi, che necessitano di complessi e frequenti trattamenti chirurgici, quali il reflusso gastroesofageo, la poliposi e un’estrema fragilità ossea”. E questo già di per sé sarebbe drammatico, tragico. Ma ci si mette anche Crocetta, il presunto governatore siciliano.

Intatti, come denuncia Giuseppe Provenzale, vice di Roberto Fiore, finché la piccola era in età pediatrica, la famiglia poteva ottenere gli interventi necessari ad affrontare la drammatica situazione, ma già dall’anno scorso, dopo l’ennesima frattura al bacino, i problemi per ottenere l’intervento furono tantissimi. Oggi è diventato impossibile.

Perché “ha superato anagraficamente l’età pediatrica (16 anni), quindi non può usufruire dei reparti di pediatria chirurgica, gli unici adatti al suo piccolo corpo da bambina: non la vogliono, perché sarebbero negati i rimborsi dalla Regione. Intanto, nei normali reparti per adulti non sanno cosa fare, se non tenerla lì ad aspettare di morire perché, con il genere di fratture a cui è soggetta, rischia un’embolia, il coma diabetico, un’emorragia, complicanze cardiache”. Denuncia Provenzali.

Martina non è gay, non è nera, non è rom. Quindi si arrangi.

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Donatella Samaritano, la mamma di Martina Ciaccio spiega: “Martina oggi ha 22 anni, ma il corpo di una bambina di 4, pesa 22 chili, perché affetta dalla sindrome di Cornelia De Lange, rara patologia che ne impedisce la crescita regolare, oltre a causarle vari altri problemi, che necessitano di complessi e frequenti trattamenti chirurgici, quali il reflusso gastroesofageo, la poliposi e un’ estrema fragilità ossea”.

“Ma per il suo corpo serve l’attrezzatura che si usa per i bambini!”, che però la Regione non rimborsa se il bambino non è anagraficamente tale.

Forza Nuova ha preso a cuore la vicenda:

E’ l’ennesimo caso di discriminazione a causa della disabilità e, anche, di omissione di soccorso da parte di chi ha prestato il giuramento di Ippocrate e ad opera di quelle istituzioni che hanno licenziato leggi che proclamano l’antidiscriminazione come dogma.
Sarà, forse, perché i disabili sono la prova evidente che i falsi miti della bellezza a tutti i costi – e della pseudo libertà di scegliere l’aborto, cosiddetto terapeutico, o la “dolce morte” per chi non corrisponde agli standard o, ancora, la morte per abbandono per chi non vuole curarsi con quel che passano le miliardarie industrie farmaceutiche – di questa democrazia del nulla nascondono, dietro la maschera della tolleranza, il ghigno crudele dell’odio per i più deboli?
Il nostro settore Disabilità, di cui annunceremo a breve la nascita ufficiale, si occuperà anche di Martina: basterebbe che, in attesa di un prossimo ricovero che la aspetta in Lombardia, le si rilasciasse un permesso che le desse la possibilità, aggirando la burocrazia, di essere accolta in un reparto pediatrico, nel caso in cui si presentasse, come già accaduto, la necessità di un intervento urgente, oggi autentica condanna ad una morte certa.
Rosario Crocetta, l’assessore regionale Borsellino, il ministro Lorenzin, bravissimi nei tagli anche nel settore dell’assistenza e delle cure ai disabili, rischiano grosso; interesseremo i nostri legali per garantire i diritti di Martina, per tutelare chi è veramente discriminato. Altro che omofobia!