Tunisia: svedese a caccia di ‘ragazzi’ arrestato per ‘atti omosessuali’

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SCONTRO DI INCIVILTA’: DUE DEGRADI A CONFRONTO

Uno svedese è stato condannato a due anni di carcere in Tunisia per “atti omosessuali”, un caso che ha suscitato le proteste dei diplomatici svedesi. La Svezia è una società in crisi di nervi: tesa tra il declino gay e l’invasione islamica.

“Abbiamo sottolineato la convinzione nei pari diritti indipendentemente dall’orientamento sessuale come un principio fondamentale della democrazia”, ​​ha detto Victoria Bell, un portavoce del ministero degli Esteri svedese. Cosa c’entri la democrazia con l’andare in Tunisia a caccia di maschietti, è misterioso.

“L’uomo, che è un ultracinquantenne, è stato condannato il 4 febbraio a due anni di carcere per atti omosessuali”, ha aggiunto.

La Tunisia ha confermato la condanna, ma non ha fornito ulteriori commenti. Un rapporto del giornale svedese Aftonbladet ha detto che l’uomo, che vive in Francia da anni, ha impugnato la sentenza.

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L’omosessualità è un reato in Tunisia, passibile di una pena fino a tre anni dietro le sbarre.

La predisposizione di una società verso l’omosessualità è l’evidenza migliore della sua situazione: la persecuzione denota un ritardo culturale, mentre l’apertura alla svedese un degrado. Sono due estremi: una società sana non incarcera gli omosessuali e non assume l’omosessualità a ‘normalità’. Una società sana tollera e non idolatra.

Del resto è difficile per una società rimanere in equilibrio tra questi due estremi, perché il benessere porta con sé, inevitabilmente, anche ‘entropia morale’: ci vuole ‘lavoro’ per opporsi all’entropia. Per resistere al degrado che è nella natura stessa dell’universo e della realtà.

Anche in questo caso, i due neuroni della Boldrini saranno impegnati in una lotta per capire con chi schierarsi.