Reagisce a nigeriano molesto: italiano arrestato

Vox
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Reagisce alle molestie di un immigrato nigeriano che pretendeva una ‘offerta’. Per questo, Luigi Campanile, classe ’76, che sabato scorso in una colluttazione ha ferito il questuante molesto con due pugnalate, è stato arrestato.

Per lui l’accusa è di tentato omicidio.

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Campanile era già stato in galera per avere reagito allo stesso modo, anni fa, contro un altro clandestino, un senegalese.

Sabato al mercato Rosati, dove la madre possiede una bancarella, l’Italiano ha osato reagire. E chi reagisce, viene punito dallo Stato.

E’ il Kali Yuga.




4 pensieri su “Reagisce a nigeriano molesto: italiano arrestato”

  1. Siamo tutti Luigi Campanile!

    Massima solidarietà a quest’uomo che ha i coglioni d’acciaio, e che si é giustamente ribellato ad un’estorsione compiuta da un negro, ossia un protetto dal Sistema.

    Purtroppo in Italia ormai funziona così, ossia guai a toccare un negro, e se lo tocchi subisci la solita legge dei due pesi e delle due misure.

    Basti pensare a quello che successe nel settembre 2008, quando a Milano il gestore di un bar fece fuori – sicuramente in maniera involontaria – il negretto del Burkina Faso, che gli aveva rubato dei biscotti, e lì la magistratura usò la mano pesante. Qualche giorno più tardi, a Castelvolturno, sei negri delinquenti furono eliminati per mano della camorra, e lì lo Stato italiano – lo stesso che aveva secretato il problema della Terra dei Fuochi creato dalla camorra stessa, responsabile di aver contaminato una fetta di territorio tra il napoletano e il casertano con lo sversamento illegale di rifiuti tossici e nucleari nel sottosuolo, che ha dato origine a un vero olocausto tra la popolazione – usò il pugno duro con l’invio dell’esercito nella zona e successivamente acciuffando e condannando in tempi veloci all’ergastolo i responsabili.

    Non ne posso più di vivere in uno stato che perseguita i propri cittadini e nel contempo permette agli extracomunitari di delinquere liberamente e li lascia impuniti.

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