NON E’ UNO ZINGARO, QUINDI NON VALE LA MOTIVAZIONE ‘CULTURALE’; CONOSCE LA LINGUA, QUINDI NON VALE COME SCUSA L’IGNORANZA; NON E’ CLANDESTINO, QUINDI IL CONTESTO DI DEGRADO SOCIALE NON SI APPLICA: E’ ITALIANO, A PROCESSO
Macerata – Un pensionato di 72 anni va, come sempre, a fare la spesa al supermercato.
Ma dopo il pagamento, una volta alla porta, suona l’allarme anti-taccheggio. Lui non ci fa caso e continua per la sua strada, una cassiera lo segue, gli chiede di ricontrollare la merce e lo scontrino: spunta un dopobarba Nivea di 4,19 euro.
Il pensionato si scusa, dice di non saperne niente, di non essersene accorto, e paga subito la somma mancante. Ma viene denunciato.
Dopo gli accertamenti, il sostituto procuratore decide di archiviare l’accusa di furto aggravato visto che il pensionato non ha precedenti penali di alcun genere, che il fatto era di scarso rilievo e che l’indagato aveva subito pagato il dovuto.
Ma quando il fascicolo arriva al GIP, la richiesta di archiviazione viene respinta, e viene fissata l’udienza.
Il sostituto procuratore ha dovuto così formulare l’imputazione e rinviare a giudizio il pensionato. In autunno ci sarà la prima udienza.
La magistratura italiana è appesa al pericoloso anziano con un dopobarba di troppo. Mentre orde ci clandestini assaltano le nostre coste e riscuotono 45€ al giorno.
Repubblica delle banane.