Stupri al Forteto: D’Alema e Bindi chiamati a testimoniare

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In ritardo di alcuni anni Rosi Bindi e Massimo D’Alema sono chiamati a testimoniare nel processo che si aprirà il 4 ottobre a Firenze a conclusione dell’inchiesta sugli stupri nella comune “Il Forteto” di Vicchio, tra cui minori in affidamento con il consenso dei tribunali e il sostegno di enti pubblici e politici.

Ma la presenza dei due esponenti politici quali testimoni è stata richiesta, non dall’accusa, bensì dalla difesa di uno degli imputati, Gianni Romoli. Forse come ‘avviso’ mafioso che qualcuno deve intendere?

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L’imputato di spicco nel processo è il fondatore della comunità, Rodolfo Fiesoli, che deve rispondere anche di violenza sessuale. Bindi e D’Alema dovrebbero essere chiamati a riferire sui loro rapporti con la comunità e la loro frequentazione con il Forteto. Dei rapporti tra la comunità ed esponenti politici si è occupata anche la commissione d’inchiesta del Consiglio regionale della Toscana istituita per valutare la vicenda del Forteto e le testimonianze raccolte dalla commissione raccontano di numerosi politici che “a vario titolo e con differenti modalità passano al Forteto come Pisapi, Fassino, Vittoria Franco, Susanna Camusso, Rosi Bindi, Livia Turco, Antonio Di Pietro, Tina Anselmi, Claudio Martini, Riccardo Nencini e altri”.

Ma nessun magistrato ha ritenuto ‘politicamente corretto’ scoperchiare il ‘livello politico’ e gli intrecci tra Forteto e Pci-Ds-Pd.




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