Alla fine, sotto la minaccia di una mozione di sfiducia, Giuseppa Idem – tutta casa e palestra – ha dovuto rassegnare le sue dimissioni. Subito organizzato un gay-pride di solidarietà.
“Ho tenuto duro come ministro, come ‘persona’ mi sarei dimessa da tempo, a causa delle dimensioni mediatiche sproporzionate della vicenda e delle accuse aggressive e violente”.
“Quando sono salita dal presidente Letta avevo già maturato la decisione di dimettermi, ma ho comunque voluto condividere con lui l’attenta valutazione del quadro venutosi a creare ed esporgli la scarsa rilevanza di quanto imputatomi. Confermo quindi le mie dimissioni, augurando buon lavoro al Presidente del Consiglio Enrico Letta al quale rinnovo la mia più profonda stima”.
Ora, sotto con la congolese.