Don Torta: «Processate le banche»

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«Bisogna mobilitarsi, unirsi e fare fronte comune, ma per fare questo bisogna trovare un giudice penale che abbia il coraggio di “morire” per questa causa, che non archivi le denunce penali, che faccia delle indagini, che si metta contro le banche che usurano la gente». È l’appello del parroco don Enrico Torta e con lui dalla Confedercontribuenti, lanciato durante l’incontro “Usura, abusi bancari e sovraindebitamento”.

«Siamo nel bel mezzo di una crisi e al di là del suicidio, che spero non si possa mai tentare perché togliendosi la vita non si risolve nulla, io sono preoccupato perché le persone sono senza lavoro e senza soldi si deprimono, ci sono padri che non sanno come dar da mangiare ai figli e questo i potentati economici non hanno il diritto di farlo».

«Il 99 per cento dei conti correnti esaminati alle persone indebitate che ci hanno chiesto aiuto», ha detto Belluco, «presentano calcoli illeciti perseguibili per legge, le banche spesso si approfittano dell’ignoranza in materia degli imprenditori, ma nessuno deve arrendersi, bisogna costituire un fondo di resistenza, prepararsi a dare battaglia». «Ci hanno insegnato ad assecondare le banche», ha sottolineato Raffaella Zanellato, «pensando che siano nella legalità, invece gli istituti di credito stanno chiedendo sempre più spesso rientri dai fidi facendo puro terrorismo, minacciando, domandando soldi e prefigurando situazioni apocalittiche con metodi intimidatori per convincervi che ciò che dicono è oro colato. Non fatevi prendere dallo sconforto, noi rivendichiamo i vostri conti, non si può calpestare la dignità. Avete delle armi, mettetevi in condizione di far valere i vostri diritti, non suicidatevi ma ribellatevi, reagendo si può uscirne».

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«Bisogna togliere alle banche il diritto di rivalersi chiedendo i danni ai clienti per poi scoprire che non era così, che non era un debito quello che si andava a riscuotere», rincara Muzio, «ecco perché quando sentiamo di qualche imprenditore che si toglie la vita, è un suicidio bianco, un suicidio di stato, perché lo stato non fa nulla». Errore, lo Stato è complice. I politici sono i burattini del sistema bancario.

Il problema reale non sono nemmeno queste “piccole” truffe ai danni dei correntisti, questa è roba veramente lieve rispetto al ladrocinio della creazione di denaro ex-nihilo che non dovrebbe generare interessi e tornare di diritto al Sovrano. Che è il popolo.

Il sistema bancario attuale ha assorbito quello che era un privilegio regale, ovvero battere moneta. E su questo privilegio – la richiesta di interessi su denaro creato dal nulla – si basa tutto il sistema. In realtà le banche dovrebbe chiedere interessi solo su denaro proprio.

Quindi, il sistema bancario è illegale e illegittimo in sé, non tanto per queste truffe che sono solo gocce in un mare.