OPERATORE CENTRO PROFUGHI MORTO DI MENINGITE W – STUDIO

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Nel vicino 2014, proprio quando è iniziata la folle operazione di traghettamento Libia-Italia voluta dal PD, alcuni ricercatori iniziavano una ricerca poi pubblicata a fine 2015 riguardo casi di Meningite in centri profughi italiani:

meningite-centri-immigrati

Purtroppo la lettura del testo è a pagamento e non possiamo riportarla qui integralmente. Ovviamente vi invitiamo a non fidarvi di noi, e a cliccare informandovi da soli.

Ma la conclusione dei ricercatori è esaustiva per i non addetti ai lavori:

We report about three unliked cases of meningococcal meningitis caused by the ST-11/ET-37 strain of Neisseria meningitidis serogroup W. Two of the three cases, detected in Sicily on June and July 2014, were migrants from Mali and Eritrea. The third case was a fatal meningitis occurred on November 2014 in a 37 years old man, working in an immigrant center in Calabria. This report suggests that tetravalent conjugate vaccines (ACYW) should be actively offered to the staff of migrants’ reception centers.

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Quindi abbiamo 3 casi mortali scoperti in altrettanti centri profughi nei mesi della ricerca. Due dei quali riguardanti direttamente ‘profughi’ subsahariani, provenienti da Mali ed Eritrea:

AFRICA SUB-SAHARIANA: DOVE MENINGITE E' ENDEMICA
AFRICA SUB-SAHARIANA: DOVE MENINGITE E’ ENDEMICA

E poi il caso mortale di un giovane uomo che lavorava come operatore in uno dei centri profughi calabresi che accolgono i giovani africani traghettati in Italia dalla nostra poco gloriosa Marina Militare.

A scanso di equivoci: questi casi non riguardano il ceppo di Meningite prevalente (ma non unico) nell’attuale crisi italiana, che è di Gruppo C, ma W.

E’ interessante notare che lo studio invita a vaccinare con il vaccino tetravalente (ACYW) tutti coloro che entrano a contatto con i profughi nei centri. Includendo quindi anche il ceppo C, quello che “non esiste in Africa e non lo portano gli africani”. Cosa come sappiamo falsa, anche se ora sono passati dal negare la presenza del ceppo C in Africa a dire che sì, è vero il ceppo c’è, ma è un altro ‘clone’.

Il problema è che poi gli operatori entrano a contatto anche con altre persone, fuori dai centri e questo ci mette tutti a rischio.

Oggi che i ‘migranti’ ospiti sono decuplicati, anche la probabilità di contagio è decuplicata. Come la possibilità che altri ceppi siano presenti ma non individuati perché in individui che sono portatori sani.