Taranto avvelenata dalla diossina ILVA

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La diossina a Taranto cambia forma ma fa ancora paura. E se il rischio legato alla sua dispersione nell’aria e quindi all’inalazione si è ridotto, ora si affaccia quello legato alla sua possibile ingestione, direttamente da parte di bambini o indirettamente attraverso la catena alimentare, tramite le particelle di polveri che servono proprio a ridurre la dispersione di diossina nell’aria. Ne ha parlato oggi a Bari, in videoconferenza con Brindisi, Lecce e Taranto, Giorgio Assennato, dg uscente di Arpa Puglia.

 

Assennato ha sottolineato che “le polveri hanno caratteristiche granulometriche tali da non poter entrane nell’alveo respiratorio, ma sono molto pericolose se ingerite”, facendo riferimento ai valori rilevati dall’Ilva nelle centraline di monitoraggio e “comunicati con mesi di ritardo”. E’ emerso che a novembre 2014 e febbraio 2015 nei deposimetri delle centraline sono state trovate polveri con valori “molto alti di diossina”. I più alti proprio nel quartiere Tamburi a ridosso del Siderurgico.

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A Taranto, la mortalità infantile è maggiore del 21% rispetto alla media regionale. Lo afferma uno studio dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha evidenziato anche eccessi di mortalità per gli adulti nella città dove ha sede lo stabilimento Ilva da tempo al centro delle polemiche per il suo impatto ambientale.

Spaventosi dati riferiti proprio alla fascia d’età infantile a Taranto. Secondo lo studio nell’area sottoposta a rilevamenti c’è un eccesso di incidenza di tutti i tumori nella fascia 0-14 anni pari al 54%, mentre nel primo anno di vita l’eccesso di mortalità per tutte le cause è del 20%. Per alcune malattie di origine perinatale, iniziate cioè durante la gravidanza, l’aumento della mortalità è invece del 45%.

In tutto questo, invece di bonificare, invece di attuare un piano straordinario,  Renzi ‘regala’ alla città anche un accampamento di clandestini:

È in fase di ultimazione a Taranto, in un ex parcheggio del porto, un hotspot per l’identificazione di migranti. L’appalto per i lavori è stato affidato da Invitalia, per un importo di poco più di 900mila euro, a una ditta di Trepuzzi, incaricata della “Fornitura e posa in opera, comprensiva di trasporto, installazione, montaggio e manutenzione per l’ampliamento delle strutture di attendamento per l’accoglienza migranti presso il porto di Taranto”. Si tratta di un’area di circa diecimila metri quadrati che ospita i punti di accoglienza, con alloggi prefabbricati per accogliere 300 migranti, tensostruttura, mensa e presidi sanitari. Il coordinamento spetta alla Prefettura con il supporto di Comune di Taranto, Protezione Civile, Asl, 118, Croce Rossa e le associazioni che si occupano di accoglienza.