Straniera e clandestina, ma, come migliaia di suoi ‘colleghi’, viveva in una casa popolare a Niguarda, nella periferia nord di Milano. A spese dei contribuenti.
In Italia da sette anni, era arrivata con un visto turistico, perché si sa, quanti turisti arrivano dalla Tunisia. Ma le nostre ambasciate nel terzo mondo sono emettitori di visti dietro pagamento di tangenti.
E’ il tipico esempio di immigrata integrata che tanto piace ai media di distrazione di massa. Ma lo è da fuori, dentro coltiva il desiderio di uccidere quelli che lei considera ‘infedeli’.
“Devo partire. Andare in Siria. Dare la morte agli infedeli in combattimento. Il mio desiderio è combattere e morire”, dice la donna.
L’immigrata, finché in Italia, evitava ogni contatto con le donne italiane, considerate “impure”, e accompagnava suo nipote a scuola restando dall’altro lato del marciapiede per non avvicinarsi alle donne italiane.
Ad agosto è stata espulsa perché si stava preparando a compiere attentati. Che fosse clandestina, pare non fosse sufficiente.
Ma quanti immigrati formalmente ‘integrati’, covano il desiderio di sgozzarci? Quanti dei clandestini che vengono difesi da avvocati xenofili, preti omosessuali e organizzazioni contigue al PD sono, in realtà, anche terroristi? Quanti dei bambini che frequentano le scuole dei vostri figli, hanno la zietta, la madre, il padre, il fratello, o sono loro stessi, fanatici dello sgozzamento di ‘infedeli’?
Un pensiero su “Islamica cambia marciapiede: “Italiane sono impure, devo ucciderle””
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