Razzismo: cure anti-epatite low-cost, ma solo per africani e asiatici

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Il sofosbuvir, il farmaco che eradica l’epatite C, e che in Italia e in diversi paesi europei non è ancora a disposizione dei malati per il prezzo molto alto, verrà prodotto in versione low cost. Ma solo per 91 paesi in via di sviluppo. Lo ha annunciato la Gilead, che ha siglato un accordo con 5 compagnie di generici indiane.

Secondo l’accordo, si legge sul sito della compagnia, le aziende indiane riceveranno tutte le istruzioni e la tecnologia necessarie per realizzare il farmaco, e potranno decidere da sole il prezzo di vendita, pagando una percentuale a Gilead. Il contratto vale sia per sofosbuvir che per ledipasvir/sofosbuvir, una terapia ancora sperimentale solo orale sempre per l’epatite C. Nei paesi interessati ci sono circa 100 milioni di casi, circa il 54% del totale di quelli mondiali. ”L’epatite C è un problema molto significativo di salute pubblica nel mondo – afferma Gregg Alton, vicepresidente esecutivo della compagnia – e Gilead sta lavorando per rendere i propri farmaci accessibili a più pazienti, in più paesi e il più velocemente possibile”.

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Il Sofosbuvir è già approvato negli Usa, dove è il farmaco che ha prodotto i guadagni maggiori nel primo anno di commercializzazione nella storia, e in Europa, dove però diversi paesi, tra cui l’Italia, stanno ancora trattando il prezzo, che si aggira sui 58mila euro a paziente. L’azienda ha già offerto lo scorso marzo all’Egitto la terapia ad un prezzo molto più basso.

In sintesi: i malati europei dovranno pagare anche per quelli africani e di altri paesi. Perché nel mondo attuale del ‘nuovo razzismo’, i bianchi pagano, gli altri si curano. E i bianchi poveri muoiono.

E nessuno protesterà, perché è ‘normale’.




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