SASSARI – Deborah va a cercare lavoro, e quando dopo due mesi torna a casa, la trova occupata da «circa dieci ‘persone’ che si sono impossessate del mio appartamento ci sono adulti e bambini.
E le fotografie dei figli, i vestiti, i mobili. Ora, è tutto dentro un cassonetto della spazzatura.
“Non vogliono andare via, mi hanno minacciato più volte e anche aggredito”, la donna è disperata. Ieri mattina si è fatta dare delle coperte, si è sdraiata nel cortile interno e si è incatenata alla recinzione: «Non mi muoverò da qui fino a quando non potrò riavere la mia casa. Non mangerò né berrò».
La denuncia in questura e alla Procura della Repubblica non è servita a nulla, i magistrati hanno altri impegni: “sembra che tutti abbiano le mani legate se non c’è un provvedimento del magistrato. È un paradosso inaccettabile: a nessuno importa che io dorma all’aperto mentre questi “abusivi” abitano liberamente a casa mia tra le mie poche cose rimaste lì dentro”.
Delle sue cose, molte sono state gettate via: “ho controllato nelle stanze, non c’è quasi più nulla. Ma come può la gente arrivare a tanto? Ho provato a convincere questi nuovi “inquilini” ad andarsene, per tutta risposta sono stata aggredita, mi hanno strattonato e sbattuto contro il muro. Al pronto soccorso mi hanno assegnato venti giorni di cure”.
In serata aspettava una visita dell’assessore alle Politiche abitative nella giunta Ganau, «ma non si è visto nessuno è notte e io ho paura che mi possano fare del male».
E’ notte, sull’Italia.
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