I ricongiungimenti familiari.
Steven Carlo Villapoma Lopez, peruviano di 24 anni, Pedro Enrichens Oliveira Torres, brasiliano di 20 anni e Pietro Esteban Alcaron Camacho, 21 anni. Sono loro i tre giovani che, questa mattina, compariranno davanti al giudice per l’udienza di convalida del loro arresto, con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Ma erano in tanti, in quella casa dove una ragazza di appena vent’anni è stata stuprata. Tra loro c’erano anche delle altre ragazze ma nessuno ha aiutato la poverina che urlava a squarciagola, chiedendo aiuto
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Al momento gli indagati rimangono sei, quelli identificati dalle forze dell’ordine intervenute dopo la violenza: tre in carcere e tre a piede libero. Nella casa erano, secondo quanto riferito da alcuni media, almeno in venti, ma sarà impossibile sapere con esattezza in quanti abbiano stuprato la poveretta a turno.
Si conoscerà con ogni probabilità domani la decisione del giudice davanti al quale questa mattina nel carcere torinese delle Vallette sono comparsi i tre immigrati ventenni per l’udienza di convalida a seguito dell’arresto.
I tre immigrati, accompagnati dai rispettivi legali, hanno risposto alle domande del giudice raccontando ciascuno la propria versione sull’accaduto, chi negando di aver avuto rapporti con la giovane, chi raccontando di essersi addormentato e di non aver avuto la percezione che si stesse consumando una violenza.
Dopo la violenza sessuale di gruppo perpetrata di danni di una ragazza di 20 anni a Torino, insieme agli amici avrebbe lasciato la vittima in strada. “Lo facevano tutti – ha ribadito davanti alle autorità uno degli immigrati – così ho pensato di poterlo fare anche io”.
Nei verbali dell’abuso, uno dei tre arrestati (di 18, 19 e 20 anni) ha lasciato agli inquirenti un racconto preciso delle atrocità commesse ai danni dell’amica. “Eravamo in tre – ha spiegato -. Io stavo dormendo, poi però mi sono svegliato e ho visto il mio amico con lei che era incosciente. L’altro nostro amico li guardava. Il primo ragazzo è andato in bagno e poi ho iniziato io”.
La violenza ai danni della 20enne è durata nove ore e mezza. Un tempo spaventoso, descritto con impassibile freddezza dall’immigrato che ha rilasciato una dichiarazione spontanea ai magistrati. Stando a quanto reso noto, dopo la violenza avvenuta in casa, la ragazza sarebbe stata presa di peso e lasciata su una panchina in un parco. A chiamare la polizia dopo l’abuso, sarebbe stata proprio la vittima.
Gli agenti l’hanno trovata in lacrime sul marciapiede. La giovane ha raccontato quanto successo ai poliziotti intervenuti. “Non possono farmi quello che vogliono” ha ripetuto alle forze dell’ordine in lacrime. La ragazza è stata poi trasportata in ospedale per i controlli del caso.
Invece possono. Perché dei sei indagati, solo tre sono in carcere. E degli altri presenti nella casa, non si saprà mai nulla.
qui non si vuole capire che anche gli islamici,
non sono tutti una razza
esattamente come non lo sono gli italiani
anche in Palestina ci sono le persone per bene, prigioniere di Hamas
esattamente come noi siamo prigionieri dei leghisti, che hanno preso il potere, non solo nel 1920
ma anche oggi.
Qui c’e un video un palestinese a cui hanno distrutto la casa con i bombardamenti israeliani.
Ma questo uomo e’ in grado di capire che il nemico non e’ Israele, ma e’ Hamas
contro il quale e’ completamente impotente
esattamente come noi non riusciamo a liberaci da questi animali fascio-leghisti
twitter.com/Arlpost/status/1712649955788165165
Smettila di fare il sommelier!La merda e’ merda!!!