Carceri scoppiano di immigrati: ci costano più di 1 miliardo l’anno

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I casi di immigrati in rivolta che aggrediscono agenti e devastano carceri si moltiplicano. L’ultimo caso:

Scontri tra africani in carceri italiane

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Oltre un terzo della popolazione carceraria in Italia è composto da detenuti stranieri.

La cifra, al 20 aprile, ultimo dato disponibile, si attestava a 17.861 unità. Nonostante l’indulto di fatto del coronavirus e il lockdown che ha fatto precipitare gli arresti. Per un costo di oltre 2 milioni e mezzo di euro al giorno, pari a 137 euro a testa. Quasi 1 miliardo di euro l’anno. Una cifra mostruosa.

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Sono numeri spaventosi che impongono l’imposizione ai paesi di provenienza di accordi bilaterali perché i detenuti stranieri scontino nelle loro galere le sentenze penali italiane. Magari, potremmo anche realizzare carceri in loco con personale italiano, nei paesi a più alta incidenza di criminali in Italia: come Albania (12%), Nigeria (8%), Marocco (19%), Tunisia (10%) e Romania (12%).

La sinistra tenta di risolvere il problema del sovraffollamento carcerario con provvedimenti svuota carceri. Tranne poi vedere, oltre all’aumento della criminalità, i carceri di nuovo strapieni pochi mesi dopo. La soluzione, invece, è spedire a casa chi delinque.

In questo modo avremmo un doppio vantaggio: sarebbero già a casa loro e libereremmo spazio, rendendo le nostre carceri vivibili.

Basterebbe imporlo agli Stati di provenienza, pena stop agli aiuti. Ma la UE si oppone, parlando di ‘diritti umani’, secondo loro, il delinquente ha il diritto a scontare la pena dove preferisce. Quindi il trasferimento dovrebbe essere volontario: ma quale immigrato preferirebbe un carcere straniero ad uno italiano?

Il problema sarebbe risolto costruendo carceri italiani all’estero.